martedì 11 giugno 2013

DOMANDA: MA COSA MI CHIEDONO DURANTE UN COLLOQUIO DI SELEZIONE?

Domanda legittima per un neolaureato che si trovi a dover affrontare i primi colloqui di selezione. Che però, di per se stessa, fa capire che ci troviamo di fronte a un neolaureato. Mi spiego. Prima di andare a un colloquio di selezione le domande che dobbiamo farci e per cui dobbiamo prepararci sono DUE e non una, ovvero “1. Che cosa potrebbero chiedermi? 2. Che cosa dovrei chiedere io a loro?”. 
Dopo esserci laureati dobbiamo abbandonare l’idea che a fare le domande siano solo gli altri (a mo’ di esame universitario). Seppur nella consapevolezza del diverso ruolo di selezionatore e candidato, fare delle domande durante il colloquio dimostra al selezionatore (i) che avete meditato e soppesato l’idea di fare il lavoro che vi stanno proponendo e non siete soltanto alla ricerca di qualsiasi cosa (poi magari è vero ma è meglio non farlo capire al selezionatore) e 
(ii) se fate le domande giuste potreste dare al selezionatore l’impressione di essere più consapevoli della realtà del mondo del lavoro, o quantomeno più consapevoli di tanti altri neolaureati  che si sono presentati al colloquio  (poi magari  non è vero ma è meglio non farlo capire al selezionatore, come sopra )
Ma chi vi intervista durante il colloquio? Se si tratta di uno Studio Professionale o di una piccola società probabilmente vi troverete davanti quello che sarà il vostro capo diretto. Se invece il potenziale datore di lavoro è una società di medie grandi dimensioni o addirittura una multinazionale, la  selezione di solito si articola in più colloqui e/o coinvolge più selezionatori. Almeno due, ovvero:
·         Selezionatore della Direzione del Personale (Human Resources) (o un consulente di una società di selezione del personale),
·         Il tuo capo diretto, quello che deve decidere se gli piacerebbe che tu lavorassi per lui. 
Fermo restando che è impossibile generalizzare, in quanto ogni selezionatore ha le sue idiosincrasie e un suo set di domande, aggiuntive rispetto a quelle che fanno tutti, le domande possono riguardare:
·         Quello che hai scritto sul tuo CV (e quello che magari ti sei “dimenticato” di scrivere)
·         Il tuo carattere, la tua personalità (e nelle grandi aziende i selezionatori della Direzione del Personale magari ti fanno anche dei quiz vagamente psicologici)
·          Le tue aspettative per il futuro (le domande classiche sono “dove si vede tra cinque anni?” “Cosa vuol fare “da grande”)
·         Perché ha mandato il suo CV proprio a loro (e qui devi cercare di informarti in anticipo su quello che fanno i tuoi potenziali di lavoro, magari andando sul loro sito web, e trovare un qualche  motivo per spiegargli che sono meglio degli altri).
Le domande da fare “a loro”? “Che cosa farò io da Voi?” è quella più scontata: se ti capita un selezionatore del personale che vede tutti i candidati da assumere, qualunque sia il loro background professionale, probabilmente ti dà poche indicazioni perché anche lui/lei non lo sa poco. Maggiori informazioni le ottieni se/quando incontri il tuo potenziale capo (anche se la risposta vera la pensa ma non la dice “dipende da quello che dimostrerà di saper fare ….”).  
Le altre domande da fare, quelle meno scontate? Sono quelle che riguardano l’Unità Organizzativa / il Dipartimento dove potresti essere inserito (se scelgono te): “Nello specifico di che cosa si occupa, quante persone ci lavorano, chi è il capo e lui da chi dipende, con chi dovrò agire, solo con altri colleghi della stessa Unità Organizzativa / Dipartimento, o con colleghi di altre Unità Organizzative, o proprio con persone esterne (clienti, fornitori, agenti)”. In estrema sintesi devi cercare di capire con chi ti relazionerai se vinci la selezione...

© marco bianchi – riproduzione riservata

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"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi.

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