sabato 9 giugno 2012

IL DUBBIO AMLETICO DI MARY

Mi  è arrivato un mail con cui Mary, una neolaureata mi sottopone un suo  dubbio amletico.

IL DUBBIO
oggi mi trovo in una situazione assurda e non so come comportarmi!!!! Dopo sei mesi di ricerca di lavoro, ora sto lavorando in un'azienda con un contratto di apprendistato di 24 mesi (cosa non da poco oggi e con le notizie che ascolto ogni giorno).

Ieri, poi, ho ricevuto una risposta ad un'application che avevo inviato a Parigi, per uno stage presso la XXXX (saranno 2/3 anni che invio la application). Mi offrono di iniziare lo stage il 2 luglio, con pochissimo preavviso perchè hanno avuto una cancellazione. Cosa fare? Era un'opportunità che aspettavo da anni! Ma lasciare un lavoro appena iniziato, con uno stipendio per uno stage? si, in una istituzione prestigiosissima, ma poi? non penso io possa sospendere il contratto di apprendistato...ciò vuol dire che a settembre di ritorno da Parigi dovrei cercare nuovamente lavoro..sono confusa! Cosa ne pensa? Grazie. Mary
LA MIA RISPOSTA

Mary mi dice che sta facendo un contratto di apprendistato ma non racconta che tipo di lavoro svolge. Credo che Il “peso” di questa opportunità  lavorativa  dipenda da due variabili, ovvero:

1. Il  lavoro che svolgi rappresenta per te una esperienza professionalizzante, nel senso che è collegato con il tuo percorso universitario, e che quindi ti permette di  aggiungere competenze alle conoscenze professionali che hai acquisito in università, di fare esperienza (gli annunci “cercasi neolaureato con uno due anni di esperienza”…..) ? Oppure è soltanto un lavoro che ti permette di portare a casa uno stipendio, (fatto comunque assolutamente non banale di questi tempi …), che ne so, tipo assistente magazziniere in un grande supermercato, ma che non ha nessuna attinenza con il tuo percorso universitario e soprattutto con il percorso professionale e di vita che ti sei immaginata?  
2. Il lavoro che fai (assumiamo anche che sia un lavoro del tutto congruente con il tuo percorso  universitario) e l’ambiente dove lavori ti piace. Oppure il capo è un imbecille, e odi i colleghi che ti stanno intorno e sei sull’orlo di una crisi di nervi?

E invece quanto vale lo stage di tre mesi presso la prestigiosissima istituzione? Al momento, almeno apparentemente, vale  abbastanza, tanto da darti una scossa di adrenalina quando ci arrivi al primo giorno, ma poi? Tre mesi sono troppo pochi per imparare veramente, al limite riesci a capire come funziona la prestigiosa istituzione. Fa Curriculum è vero ma  non in maniera spropositata (sono solo tre mesi). Se a settembre devi tornare a casa e poi non riesci ad agguantare un altro lavoro che fai? Depressione?. Ulteriori problema che salta all’occhio di un selezionatore  che ti incontra dopo che sei tornata: “Ma questa cosa vuole fare nella vita, non è che la selezione e poi dopo sei mesi sparisce per andare a fare uno stage a New York?".

LE MIE CONCLUSIONI (QUELLO CHE FAREI IO)
1. Se hai  maturato un odio profondo per l’ambiente dove lavori scegli lo stage a Parigi e incrocia le dita sapendo che potresti dover ricominciare la ricerca daccapo.
2. Se fai la aiuto magazziniera in un Supermercato, ed hai un minimo di autonomia economica, considera la possibilità di scegliere lo stage a Parigi e incrocia le dita. A quaranta anni con una famiglia alle spalle non potresti farlo ma alla tua età si.
3. Il lavoro che fai è un lavoro professionalizzante? Rimane dove sei e dimentica i tre mesi estivi a Parigi. Al termine del periodo di apprendistato sarai una “neolaureata con esperienza” e  comunque a partire dal 18° mese potrai pensare a trovare un lavoro più interessante e ad iniziare a guardarti attorno e a rispondere ad annunci con una marcia in più. Come credo di avere scritto già sul blog è quasi impossibile che il primo lavoro che agguantiamo sia quello ideale, di solito al lavoro ideale ci si arriva cercando un lavoro che ci sembra più interessante e cambiando posto di lavoro. Ma questo puoi farlo con calma e senza troppo angoscia se intanto un lavoro lo hai già.  Se lo fai da disoccupata appari meno interessante al selezionatore (e comunque sei molto più stressata …).
Spero di essere stato utile (o quantomeno non inutile) e se vuoi fammi sapere.....
© riproduzione riservata 

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domenica 3 giugno 2012

“E LUNEDI COMINCIO LA MIA ESPERIENZA PROFESSIONALE”

Il messaggio mi arriva da un neolaureato (in giurisprudenza) che mi chiede consigli. Domani comincia la sua (credo prima) esperienza professionale (è uno stage, spero/credo che sia previsto un rimborso e comunque la società è di tutto rispetto).  

 La risposta, almeno dal mio punto di vista, o per dirla tutta, alla mia età, è abbastanza semplice e la ripropongo qui perché ritengo che, nella sostanza, possa essere utile a tutti coloro che, di questi tempi, riescono ad agguantare un primo lavoro (fosse anche soltanto uno stage “buono”) abbastanza semplice rispondere (e sarò, almeno, relativamente “telegrafico”):
1.            Dato per scontate le conoscenze acquisite, il target è acquisire le competenze, ovvero la capacità di applicare le conoscenze al caso concreto. Ai miei 110 e Lode neolaureati la prima cosa che mi toccava insegnare è come si scrivono una lettera, un memo interno, un mail ad un collega.
2.            Ipersemplificando ai “clienti” (tutti quelli che ci coinvolgono / con cui interagiamo su una data questione)  non importa nulla del diritto e delle elucubrazioni giuridiche che ci tocca fare per arrivare ad una conclusione: il nostro compito è risolvere i loro problemi. Per il "cliente" la risposta ideale non è una dotta dissertazione, ma un breve conciso si o no (o in molti casi, “ difficile dire se è si o no, però, soppesati, i rischi io farei così”, che bello, pensa il cliente,  qualcuno che decide per me). Di solito il neolaureato è ancora troppo inesperto per poter svolgere questo ruolo ma è importante che ne sia consapevole.
3.            I "clienti", tutti anche quelli che vi sembrano insopporabili, sono importanti: senza di loro noi (voi) non avremmo ragion d’essere.
4.            Se un cliente nuovo porta un problema piccolo e banale, affrontatelo  con la massima attenzione. Per il cliente il problema è importante, e se lo affrontare bene e velocemente, di solito il cliente ritorna magari con qualcosa di più interessante.
5.            Comportatevi  come delle spugne e cercate di assorbire tutto quello che succede intorno a voi: comportamenti, modi di fare e di relazionarsi: si chiama esperienza.
6.            Se partecipate ad una qualche riunione con un collega più esperto eviti di dare suggerimenti al collega. Parlate pure con il collega più esperto,  ma alla fine della riunione.


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