lunedì 18 dicembre 2017

DOMANDA (E RISPOSTA MIA): LETTERA DI PRESENTAZIONE PROFESSIONALE O LETTERA DI PRESENTAZIONE “PASSIONALE” (NEL SENSO DEGLI IDEALI)

La domanda arriva da Federica (il nome è di fantasia) che si è laureata da poco in Ingegneria (una delle tante branche  …..)  e riguarda la lettera di presentazione.

Considerando che cercando lavoro Federica si rivolge ad altri ingegneri o, diciamo, tecnici. ha scritto una prima lettera (per comodità chiamiamola “lettera professionale”) molto formale, centrata sulla sua formazione, diciamo impersonale e pensata per una mentalità 'quadrata', come quella (immagino io) di un ingegnere. Federica ha poi scritto una seconda versione (sempre per comodità questa la chiamiamo “lettera passionale), dove dichiara la sua 'passione per i temi della green economy, dall’eolico al fotovoltaico, ma le è poi sorto il dubbio che una lettera di presentazione così impostata possa farla passare, agli occhi dell'occhialuto e serio ingegnere, per un'ambientalista scatenata, che non vorrà mai mettersi in casa. Da qui la DOMANDA: meglio la lettera professionale o quella “passionale”.

RISPOSTA

1. La“lettera professionale” – Se Federica si rivolge a società medio grandi non è detto che il suo CV arrivi immediatamente sulla scrivania di un Ingegnere. Più probabilmente finisce su quella di un/una responsabile della Direzione del Personale (altrimenti detta Direzione HR, Direzione Risorse Umane), magari laureato/a in Scienze Politiche (o in Chimica, Lettere Antiche, Psicologia, in HR si trovano le più svariate tipologie di neolaureati) che magari è anche la persona che fa la prima scrematura dei CV e il primo colloquio di selezione. Una lettera solo professionale potrebbe finire per risultare troppo lunga e troppo noiosa se non conoscete il destinatario che magari ha un percorso professionale diverso dal vostro.  

2. La “lettera passionale” – Potrebbe andare bene se Federica la inviasse a una Onlus o a una ONG. Io personalmente rimarrei alquanto perplesso se un neolaureato in giurisprudenza mi scrivesse che vuole lavorare nella mia società per“mettere in pratica i principi di certezza del diritto e di giustizia del contratto auspicati da Francesco Galgano”. “No ragazzo, per carità anch'io apprezzo il Galgano, ma non hai capito, qui noi non vendiamo principi ma vendiamo macchine utensili/caramelle/lavatrici”. 
Estremizzo ovviamente, perché tanto la singola persona che la società devono muoversi  nel rispetto della normativa di riferimento, tanto più oggi dopo l’introduzione del D.Lgs. 231 in materia di responsabilità amministrativa delle imprese e soprattutto con la sempre  maggior diffusione dei concetti di sostenibilità e di Corporate Social Responsibility, intesi come rispetto di principi etici a prescindere dagli obblighi di legge. 

Resta per altro il fatto che, volendo entrare in una società bisogna aver ben chiaro la domanda e la risposta qui di seguito proposte, che rappresentano pur sempre il principale driver di una impresa: “The name of the game? To make money” (sempre nel rispetto delle leggi e dei codici etici che la società si è data).

Considerato che nella lettera di presentazione si può e si deve uscire dalla scansione quasi obbligata che ritroviamo nei CV, a mio parere la lettera dovrebbe essere professionale (senza eccedere …) ma anche personale, nel senso che come i lettori affezionati, prima del mio libro e poi di questo blog, ormai sanno, non si assume (solo) un cursus honorum, un voto, degli esami sostenuti, ma anche un cervello e una personalità. Non ho visto il CV di Federica, ma nelle lettere di presentazione (le due versioni) non riesco neppure a intuire chi è Federica., ma vedo solo l'Ingegnere....

In una lettera di presentazione ci sono due “fil rouge” da evidenziare (ovviamente se è possibile, se ci sono a monte i contenuti): un fil rouge delle conoscenze (percorso universitario + stage / master  congruente con il percorso universitario), e un fil rouge delle competenze e delle abilità personali tali da far intravedere degli skills personali e caratteriali maturati al di fuori dell’Università (e penso  alle esperienze extra-professionali: per esempio  associazionismo, attività agonistiche sportive, lavori a contatto con il pubblico), così da dare una qualche sostanza alle pretese di essere problem solving oriented, di possedere capacità relazionali e simili, ovvero di tutte quelle qualità che di solito, sul posto di lavoro, ti permettono di applicare le conoscenze che hai acquisito in università (il binomio ottimale conoscenze + competenze).

© marco bianchi – riproduzione riservata

PUBBLICITA' PROGRESSO

"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi.

La nuova edizione del libro può essere acquistata sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99 la versione cartacea e 10,99 l’epub.

sabato 16 dicembre 2017

DOMANDA (VOSTRA) E RISPOSTA (MIA): QUANTO CONTA L'ETÀ SU DI UN CV DI UN NEOLAUREATO?

DOMANDA: Quanto conta quindi l'età su di un CV? La domanda è di Giovanni (nome di fantasia) che, se capisco bene, conta di affacciarsi sul mondo del lavoro a 28 anni, per i motivi che vedremo.  

RISPOSTA: L’età conta, ma quello che realmente è importante per il selezionatore / la selezionatrice è la storia che sta dietro all’età del candidato. Vediamo le possibilità:  

NEOLAUREATO/A IN CORSO: Qui tutto sembra semplice e trasparente, e probabilmente lo è. Si può dare per scontato che Il/la candidata non abbia perso tempo in Università, il che può dare al selezionatore l’impressione / la speranza che il titolare del CV sia  una persona determinata e che si è data delle priorità. Poi  durante il  colloquio il selezionatore va a verificare se la speranza è fondata. Se ci si è laureati in corso ma con una votazione molto bassa c’è il rischio concreto che il selezionatore/la selezionatrice si spoetizzino… Situazione ideale, per il/la selezionatore/selezionatrice (salvo verifica durante il colloquio): neolaureato/a in corso che appena dopo essersi laureato ha fatto un tirocinio coerente con il suo excursus universitario e il suo percorso professionale.
NEOLAUREATO/A FUORI CORSO: Qui bisogna capire il perché. Le motivazioni più comuni sono le seguenti:
·         NEOLAUREATO/A FUORI CORSO - STUDENTE LAVORATORE: Se la votazione di laurea è comunque buona, per me si è sempre trattato di candidati potenzialmente interessanti. Preciso che per “studente lavoratore” intendo una persona che abbia fatto anche più lavori, più o meno precari, ma in maniera ragionevolmente continuativa (non l’animatore turistico per un mese all'anno). Qui la speranza del selezionatore è quella di trovarsi di fronte un candidato che abbia conoscenze (quello che ha imparato all'Università) e competenze (ovvero la consapevolezza delle dinamiche proprie del mondo del lavoro). Il massimo è quando le attività lavorative sono immediatamente funzionali / in linea con il percorso universitario del candidato e con il profilo professionale che il  selezionatore sta ricercando: se il colloquio non provoca dubbi il selezionatore può convincersi che il/la candidato/a sono pronti a lavorare in maniera produttiva e efficace fin dal primo giorno.
·         NEOLAUREATO/A FUORI CORSO: Fuori corso, punto e basta? Questo è un problema. Se sei fuori corso di un anno, forse no. Ma se sei fuori corso di quattro anni, con tutta la concorrenza che c’è in giro, allora sì che è un problema.
NEOLAUREATO/A CHE HA FATTO ULTERIORI ESPERIENZE FORMATIVE POST LAUREA: Prendiamo il caso raccontatomi da Giovanni. 28 anni, una triennale e una magistrale (ambiti “confinanti”), uno stage a Ginevra perfettamente compatibile con la seconda laurea e tre lingue. Non male, a prescindere dall'età. Quello che è apprezzabile qui è la coerenza del percorso formativo e l’accumulo di conoscenze (più lo stage “giusto” al di fuori dell’Italia e le lingue). Poi tutto dipende dalla personalità e dal carattere del/della candidato/a e un po’ dalla fortuna durante il colloquio di selezione, e dal profilo che il selezionatore sta cercando. Non direi la stessa cosa se le esperienze formative post laurea fossero le più disparate (gli esempi sono tratti dalla mia esperienza di selezionatore di  laureati in giurisprudenza: tre mesi a Pechino sui contratti Internazionali, corso di preparazione all'esame per diventare notaio, quattro mesi a Londra per studiare Inglese, un mese a Bruxelles per un corso sui diritti umani …). Qui non c’è nessuna coerenza ma solo il tentativo di rimanere studente a vita ….. Pollice verso.
Quando l’età (o meglio avere 28 anni) può costituire un problema? Per quei casi in cui è il potenziale datore di lavoro a utilizzarla come scriminante (“Cerchiamo neolaureati con 110 e lode, perfetta conoscenza dell’Inglese, max 24 anni”).
CONCLUSIONE: Età, voto di laurea, esperienze professionali, esperienze extra professionali, carattere, personalità, modo di presentarsi, normalmente sono tutti elementi di una valutazione complessiva del candidato.

© marco bianchi – riproduzione riservata

PUBBLICITÀ PROGRESSO

"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi.

La nuova edizione del libro può essere acquistata sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99 la versione cartacea e 10,99 l’epub.

lunedì 11 dicembre 2017

DOMANDA: MA FACCIO UNA TESI DI RICERCA O UNA TESI CURRICULARE?

La domanda arriva da un universitario ormai prossimo a terminare il suo percorso in Università (non un neolaureato ma un quasi laureato) che, scegliendo una tesi di ricerca finirebbe fuori corso.
Premetto che quando mi sono laureato io la differenza tra tesi di ricerca e tesi curriculare non esisteva, c’era la tesi e basta. Mi sembra comunque utile tentare di dare una risposta, o magari solo un’opinione.

La risposta, almeno dal mio punto di vista, è semplice: la scelta non deve essere guidata tanto o soltanto da quello che mi piace ma dalla utilità potenziale della tesi in relazione al tipo di attività professionale a cui spero di potermi dedicare dopo essermi laureato. Mi rendo conto che per un laureando una tesi di ricerca può apparire più sfidante e più interessante di una mera tesi compilativa ma è utile a chi? Al laureando che si sbatte per un anno a ricercare o per il professore che ha identificato l’argomento da ricercare sulla base dei suoi personali interessi o in vista del futuro libro che pensa di scrivere.

E’ impossibile generalizzare ma in un colloquio di selezione personalmente preferirei vedere che il candidato che ho di fronte ha fatto una tesi, seppur compilativa, su un argomento che riguarda il lavoro che facciamo da noi, piuttosto che una tesi magari molto profonda su un qualcosa che nell'immediato e per il prossimo prevedibile futuro è completamente scollegata con il posto di lavoro per cui si è presentato il candidato.

Aggiungo che spesso è abbastanza difficile scegliersi l’argomento della tesi. Però per capire quanto l’argomento propostoci possa essere utile “dopo” proviamo a immaginare che la tesi sia un libro e domandiamoci quanti potrebbero essere i potenziali lettori: cinque in tutto perché l’argomento è molto di nicchia o molti di più? Se proprio devo dedicarmici preferirei la seconda ipotesi (ammesso che io sia nella posizione di scegliere / di poter dire la mia nella scelta della tesi).

E poi bisogna considerare i tempi necessari per completare la tesi (il fuoricorso …), il punteggio che possiamo sperare di ottenere, il nostro interesse per l’argomento (al di là della necessaria utilità per il futuro auspicabilmente lavorativo, perché anche fare una tesi su un argomento utile ma noioso è difficile e via discorrendo ….).

© Marco Bianchi - riproduzione riservata Dicembre 2017

PUBBLICITA' PROGRESSO



"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99 la versione cartacea e 10,99 l’epub.

domenica 10 dicembre 2017

LA LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO: A COSA SERVE? (I)

Quando si riemerge dall’ebbrezza (virtuale ma a volte proprio si tratta di ebbrezza alcolica) e ci si interroga su come trovare un lavoro (ma ormai sempre di più si inizia a pensarci già  prima della laurea). E allora iniziamo a prepararci un CV. Se vogliamo fare alla svelta usiamo il formato Europass (appiattisce, intristisce e confonde chi cerca di leggerlo ma almeno lo si compila velocemente ….. ),  se vogliamo essere efficaci, cercare di comunicare con quelli che stanno li fuori e differenziarti da tutti gli altri che – più o meno -  hanno un “passato” non tanto diverso dal nostro ci mettiamo a confezionare un Curriculum ad hoc e ci mettiamo del tempo.
E si fa fatica a fare un CV personalizzato, cesellato, breve ma non troppo breve. E quando arrivi alla fine ti dici “Bene ho finito e mi rilasso”.
Mica vero. Bene il CV ma bisognerebbe pensare anche alla lettera di accompagnamento. Ma non basterebbe mandare due righe del tipo “beccatevi il mio CV e se vi interessa chiamatemi”? NO

A COSA SERVE LA LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO

La lettera di accompagnamento ha diversi scopi:
·         Ti permette di richiamare l’attenzione su alcuni punti del tuo CV che ti sembrano particolarmente importanti (“Durante il periodo universitario, allo scopo di garantirmi una qualche indipendenza economica dalla mia famiglia, ho fatto l'animatore turistico in diversi villaggi vacanze / la hostess per diverse società che organizzavano eventi")
·         Ti permette (ammesso che così sia accaduto) di evidenziare la coerenza del percorso formativo che hai seguito (“Come potrete vedere dal mio CV ho cercato di approfondire il mio interesse per <inserisci il settore / la materia in cui hai cercato di specializzarti> a cui ho dedicato la mia tesi di laurea ed il tirocinio curriculare che ho svolto presso la <Società XXX> dove ho iniziato ad applicare le conoscenze acquisite in Università>
·         Ti permette di menzionare delle capacità personali e relazionali che ritieni di avere, collegandole e motivandole con una qualche attività extra-professionale che hai fatto “Da un punto di vista più operativo ritengo che la mia attività con l’Associazione ZZZ mi abbia aiutato ad acquisire non soltanto la capacità di relazionarmi con gli altri in un ambiente di lavoro, ma anche un orientamento al confronto con le idee altrui ed alla ricerca di soluzioni ai problemi che ci si presentavano di volta in volta nell’organizzare le iniziative della ZZZ”.
·         Ti permette di spiegare perché hai risposto proprio quell’annuncio e non ad un altro e perché ritieni che il tuo CV contenga dei “plus” (i “plus” di un neolaureato …) rispetto a quello che stanno cercando (“L’attività che ormai svolgo da alcuni anni con la Associazione ZZZ mi ha infatti consentito di confrontarmi con personale <zz>, così da rendermi direttamente conto delle esigenze degli operatori del settore nonché delle normative per la tutela della sicurezza e più in generale di iniziare a farmi un’idea in merito al funzionamento del settore <zzz>”

Nei prossimi post cercherò di spiegare come si scrive una lettera di accompagnamento. Comunque su "Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” ho dedicato il capitolo 3.4 alla lettera di accompagnamento, e ho inserito degli esempi (in italiano e in inglese) al capitolo 6.2. 
© Marco Bianchi riproduzione riservata Dicembre 2017

PUBBLICITA' PROGRESSO

"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99 la versione cartacea e 10,99 l’epub.

COLLOQUIO DI SELEZIONE: ISTRUZIONI PER L'USO

Ti hanno convocato per un colloquio di selezione! Adesso la concorrenza si fa dura perché il selezionatore / la selezionatrice probabilmente hanno convocato non solo te ma anche un ristretto gruppo di altri neolaureati sopravvissuti alla prima scrematura della pila di CV di neolaureati.

Come ci si prepara ad un colloquio di selezione? Ovviamente dobbiamo rileggere criticamente il nostro CV, e se già non ne siamo consapevoli identificarne i punti di debolezza, o quantomeno quelli che il selezionatore / la selezionatrice potrebbero considerare tali. Poi dobbiamo cercare di informarci il più possibile sul nostro potenziale datore di lavoro, tanto più se si tratta di un’azienda privata (in quale settore merceologico opera / su quali mercati / con quali prodotti/servizi / che dimensioni ha (fatturato/dipendenti) / chi sono i principali concorrenti).

E non basta dare un’occhiata all’eventuale sito web del potenziale datore di lavoro.  Fatto vero: il candidato per spiegare come era arrivato alla società per cui lavoravo allora ci aveva spiegato che aveva apprezzato il sito web della nostra società. La (un po’ perfida) collega della Direzione del Personale chiese “Davvero, e che cosa l’ha colpito dl nostro sito Web?”. Nessuna risposta se non il silenzio del candidato. Il colloquio, che già non andava benissimo finì rapidamente …

Dress Code ovvero come mi vesto? Eviterei di mettere il vestito indossato al matrimonio di tua cugina o arrivare con la tuta che hai messo per andare in palestra. Poi molto dipende da chi vai: se dovessi andare in una società medio grande o addirittura in una multinazionale tradizionale io metterei giacca e cravatta. Il colloquio è con una software house o con una start-up di successo? Probabilmente casual e comunque lascerei a casa la cravatta. Ti chiami Sergio e di cognome fai Marchionne? Mettiti pure un maglioncino nero che hai comprato su Internet.

Quanto dura un colloquio di selezione? Impossibile dirlo, probabilmente dipende anche dal tempo a disposizione del selezionatore / della selezionatrice e da quanti potenziali candidati devono ancora intervistare. In generale, e semplificando, ci sono due possibilità: il colloquio è relativamente breve, il selezionatore / la selezionatrice non sembrano particolarmente aggressivi, e quando esci pensi “Boh, pensavo che sarebbe stato più stressante”. La seconda possibilità è l’esatto contrario. Molte domande, alcune anche aggressive o che assomigliano a trappoloni, tanto che esci stressato dal colloquio. Concedendo il dovuto alle generalizzazioni, di solito nel secondo caso ti è andata meglio. Se ti hanno fatto tante domande e ci hanno dedicato del tempo di solito significa che gli sei sembrato un candidato interessante.

Con chi fai il colloquio? Società piccola, media o grande? Studio professionale? Se il potenziale datore di lavoro è una PMI fai il colloquio con il tuo potenziale capo. Altrimenti ti toccano un selezionatore della Direzione del Personale e quello che potrebbe essere il tuo potenziale capo da soli o in coppia.

Quali domande ti fanno? Non è possibile una generalizzazione assoluta perché ogni selezionatore ha il suo metodo, le sue preferenze e le sue idiosincrasie, comunque alcune domande capitano più spesso di altre.

1. Selezionatore esterno / selezionatore della Direzione del Personale (Human Resources)
A meno che la selezione non riguardi un candidato da inserire nella Direzione Personale, ovviamente il selezionatore di solito non ha le competenze tecniche per valutare professionalmente il candidato / per illustrare, se non genericamente, le attività della unità organizzativa dove il candidato dovrebbe essere inserito e quindi si concentrerà (i) sull'approfondimento di quello che hai scritto sul CV, e (ii) sulle tue caratteristiche personali (magari con aggiunta di un pizzico di test  psico-attitudinali),  ovvero:
(i) percorso universitario: perché hai scelto proprio quella facoltà, quanto tempo ci hai messo a laurearti (fuori corso? come mai, ma di solito te lo chiedono solo se sei andato parecchio fuori corso), l'esame con il voto migliore e quello con il voto peggiore, titolo della tesi di laurea (e perché proprio quella tesi?);
(ii) esperienze professionali: dove, quando, per quanto tempo. Se hai fatto il pizzaiolo il selezionatore o la hostess può essere che non ti chieda niente, ma se hai lavorato per un'azienda, e non l'hai già scritto sul CV (non l'hai fatto? errore), ti chiedono tipo di attività, fatturato, numero di dipendenti, compiti che hai svolto, chi era il tuo capo, con chi interagivi (altri dipendenti o clienti, fornitori, agenti ecc.), quattrini.
(iii) esperienze formative: probabilmente il selezionatore del personale si incuriosisce soltanto se riconosce un percorso formativo eccentrico al tuo percorso universitario. Se inizi a parlargli del seminario sulle "nanotecnologie applicate agli strumenti di controllo dei processi di fusione a bassa temperatura" il selezionatore sbarra gli occhi e ti guarda con occhi a palla.

1. Le domande che ti fa il tuo possibile capo
Cerchiamo di vedere quali potrebbero essere le domande della persona che dirige l'Ufficio / il Dipartimento dove inizierà a lavorare il candidato prescelto (quello che potrebbe essere, se sei tu il/la prescelto/a, il tuo "capo").

A differenza del selezionatore della Direzione del Personale, il potenziale "capo" è sì interessato al tuo percorso universitario ma anche a capire chi "si porta in casa", i.e. al tuo carattere ed alla tua personalità.  Quindi:
Si comincia comunque con le solite domande sul tuo percorso universitario: perché hai scelto quella tesi, come mai sei finito fuori corso, magari qual è l'esame che più ti ha appassionato e quello che invece è risultato per te più difficile. Se ci sono delle apparenti contraddizioni nel tuo percorso formativo (tesi in diritto della concorrenza dell'Unione Europea e Master post-laurea in Diritto Penale, che con l'antitrust non ha niente a che vedere) preparati a cercare di spiegarle.

Si prosegue poi con domande del tipo
(i) Come si immagina fra cinque anni / cosa farà da grande: Qualunque sia la vostra aspirazione occhio a non dare una risposta incongrua rispetto alla posizione per cui vi hanno convocati. Diversi anni fa, quando stavo selezionando un neolaureato per l'Ufficio Legale della società per cui lavoravo, un neolaureato mi ha risposto "tra cinque anni? Vorrei fare il Magistrato. (Pensiero incupito "bravo ma allora perché sei qua a farmi perdere tempo? Cos'è, dopo che mi sono sbattuto ad insegnarti il mestiere prendi e vai a fare tutt'altro? Eliminato")
(ii) Perché ha mandato il CV alla nostra società? Evitiamo di dire quella che spesso è la verità, ovvero "ne ho mandati circa 200 e quindi...".
(iii Che cosa le dà fastidio?: Ovviamente il povero selezionatore sta cercando di capire che tipo sei ....
(iv) Mi dica tre suoi difetti e tre sue doti: Normalmente quando facevo questa domanda i neolaureati di fronte a me facevano scena muta, al massimo riuscivano a tirar fuori un difetto (se poi mi spiegavano che erano "un po' permalosi" la cosa mi inquietava assai...)
(iv) E’ una persona creativa?   Altra mia domanda standard. Come mai questa domanda? Molto semplice. Nel mondo del lavoro non è come in Università dove qualcun altro fissa un percorso per te, ti dice cosa leggere ecc. Decodificata la domanda vera è "sei un mero esecutore di direttive altrui oppure fai funzionare il cervello e ci metti, con prudenza ed intelligenza, anche del tuo, un po' di autonomia..."
(v) Inglese: Occhio ragazzi che se nel CV avete scritto che parlate / scrivete l'inglese benissimo, e sempre che la posizione ricercata comporti l 'uso quotidiano dell'Inglese, c'è il rischio che ad un certo punto vi chiedano di continuare il colloquio in Inglese….
(vi) Hobby: Di nuovo il dubbio amletico del selezionatore. Ma chi è veramente la persona che ho davanti …. Che cosa fa nel tempo libero, quali sono i suoi interessi, comunica con gli altri o no e via discorrendo.

Last but not least RICORDATEVI CHE IL COLLOQUIO DI SELEZIONE NON E' UN ESAME: LE DOMANDE DOVETE FARLE ANCHE VOI. Mettetevi di fronte allo specchio e provate ad immaginare che le domande che dovreste fare al selezionatore (e se ritrovate momentaneamente disconnessi andate al paragrafo del mio libro…)   

Quelli sopra indicati sono solo degli esempi. Ne trovi altri (tanto delle possibili domande che fanno a te quanto quelle che tu dovresti far a loro) su "Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” (Cap.5).

© marco bianchi – riproduzione riservata Dicembre 2017

 PUBBLICITA' PROGRESSO


"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it, e ebooklife.it. Costo? 14,99 la versione cartacea e 10,99 l’epub.

giovedì 7 dicembre 2017

CHE COS'E' LA RAL? E PERCHE' DOVREBBE INTERESSARE UN NEOLAUREATO?

Ho incontrato per la prima volta la RAL quando, dopo essermi laureato, sono riuscito ad agguantare il mio primo lavoro (almeno il primo post-laurea). La trafila era stata la solita, invio del CV, colloqui di selezione (più d’uno…) e si era arrivati al dunque. 

Giunto all'ultimo colloquio mi sono azzardato a fare “la domanda”, quella che non avevo fatto nel primo colloquio per non apparire troppo supponente: “Ma quanto prenderò di stipendio?”, e io ovviamente pensavo a quello che mi sarei trovato in tasca a fine mese. Il selezionatore mi ha risposto parlandomi della RAL (poi ho capito che tutti i selezionatori e più in generale la Direzione  del Personale delle aziende ragionano in termini di RAL. E che cosa è la RAL? La RAL è lo stipendio annuo LORDO che il vostro datore di lavoro vi paga (assumendo che siate riusciti a vincere la concorrenza di tutti gli altri neo-laureati ed agguantare un posto di lavoro a tempo indeterminato o determinato). In dettaglio la RAL comprende:

Minimo contrattuale: definito dai contratti collettivi di categoria (CCNL) in base al livello di inquadramento aziendale. Per esempio dove lavoravo io (CCNL Metalmeccanici): quinto > sesto> sesto professionale> settimo livello> quadro> dirigente)
Scatti di anzianità: è un importo fisso determinato come da CCNL. Dopo un tot di anni ti danno in automatico un aumento (poca roba non c'è da gasarsi)
Indennità di contingenza: è un importo fisso determinato come da CCNL e in base al livello di inquadramento aziendale
Superminimo: importo non da CCNL ma personalizzato. E’ un importo in più che ti danno i funzione delle tue competenze professionali e dell’esperienza pregressa (se vogliono dartelo, ma disolito qusto non accade per i neolaureati) in aggiunta al Minimo contrattuale. Ovviamente mentre il Minimo Contrattuale è uguale per tutti quelli che sono inquadrati al medesimo livello il Superminimo è “ad personam”.

Volendo essere precisi c’è almeno un’altra voce che influisce positivamente sull'importo della RAL: gli straordinari.

Sommando gli importi dei singoli elementi si arriva alla RAL. Attenzione è la retribuzione LORDA e bisogna dedurre i contributi previdenziali (la pensione!) inclusivi della la quota per il TFR (trattamento di fine rapporto, e quelli erariali (le tasse comunali, regionali, statali) che il datore di lavoro paga per conto del dipendente (quindi a te arrivano meno quattrini suddivisi in singole mensilità). Se hai moglie e figli hai diritto a delle detrazioni sull'importo dei contributi erariali
Ovviamente più prendi e più la percentuale di tassazione è alta (ma di solito non è questo un problema per i neolaureati).

Se vi capita di dover fare un calcolo a spanne, magari durante un colloquio di selezione dove il selezionatore si è spinto a darvi una idea della RAL che sono disposti a pagare al candidato che intendono assumere, togliete un minimo del 25% dall'importo della RAL e, più o meno, avete un’idea del netto che vi rimane in tasca.

© Marco Bianchi – riproduzione riservata Dicembre 2017

PUBBLICITA' PROGRESSO

"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata  sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99  la versione cartacea e 10,99 l’epub.


lunedì 4 dicembre 2017

LE DOMANDE “INAPPROPRIATE” NEI COLLOQUI DI SELEZIONE “A proposito dei colloqui volevo chiederle come si gestiscono le domande "inappropriate". Le faccio degli esempi. Ad un'amica, durante un colloquio presso uno studio notarile, è stato chiesto "A che ora è nata?", "Ha un fidanzato? Da quanto tempo state insieme? Intende mettere su famiglia?", per arrivare alla chicca: "è religiosa? se non lo è, perché? Queste domande, non solo sono inappropriate, ma mi sembrano anche illecite. Quale è il modo migliore per rispondere?”.

Premetto che ogni selezionatore, non dico sempre, ma spesso, ha le sue idiosincrasie (mi dicono, ma faccio fatica a crederci, che ci sono quelli che prima di scegliere un candidato valutano le scarpe che porta …). Io stesso per anni nei miei colloqui usavo anche un set di domande “inaspettate” (ovviamente non quelle riportate nella domanda a cui stavo rispondendo), ma io le usavo per vedere come sapeva reagire il candidato / la candidata (erano domande uguali per uomini e donne...) e per cercare di capire quanto era spontaneo/a e trasparente nelle sue reazioni, e poi spiegavo a chi avevo di fronte perché facevo ache quelle domande..

Le domande citate non sono solo inappropriate ma anche stupide, tutte. La prima mi fa pensare a quelli che chiedono al candidato / alla candidata di che segno è (niente di male nella domanda, ma se il segno zodiacale è il criterio di scelta, quasi preferisco quelli che si basano sulla qualità delle scarpe del candidato/della candidata).

Non sono un esperto di diritto del lavoro ma credo che le altre, quelle che indagano sulla vita privata della candidata, rappresentino una violazione del Decreto Legislativo 11 Aprile 2006, n.198 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246” in Gazzetta Ufficiale N. 125 del 31 Maggio 2006 che ai sensi dell’art. 27 vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l'accesso al lavoro, ivi inclusa l’adozione di meccanismi di preselezione ovvero a mezzo stampa o con qualsiasi altra forma pubblicitaria che indichi come requisito professionale l'appartenenza all'uno o all'altro sesso. Questo in teoria. Nella pratica credo che sarebbe estremamente difficile provare di fronte ad un giudice che la candidata non è stata assunta in quanto donna, fidanzata e desiderosa di farsi una famiglia, e dunque in violazione della normativa che vieta la discriminazione di genere.

Cosa rispondere dunque al selezionatore che ti fa queste domande? Le alternative credo siano sostanzialmente due:

a)            La cosa giusta da fare sarebbe quella di reagire e spiegare, con garbo, che le domande ti sembrano inappropriate e che certo trovi soltanto normale avere un fidanzato e pensare, prima o poi di farti una famiglia, per poi gentilmente informarti su quali siano i criteri che utilizzano lì per valutare i potenziali collaboratori, precisando che se sono quelli che quelli che immagini probabilmente tra te e lavorare da loro c’è una incompatibilità di fondo.
b)           La seconda alternativa, più perfida ma del tutto adeguata alla stupidità ed alla malafede di chi fa domande simili, l'ho trovata da qualche su Internet ed è quella di dar loro corda e contare delle balle, spiegando che alla tua età e dopo anni di studi vuoi dimostrare quello che vali, e cercare di costruirti un percorso professionale al momento. Il resto? C’è tempo …… (e poi ti fai i fatti tuoi ...).
Personalmente non ho mai fatto domande inappropriate. Le ho però sentite fare in un paio di colloqui a cui partecipava anche un selezionatore della Direzione del Personale, che purtroppo in entrambi i casi, era una donna che non aveva mostrato alcuna esitazione nel fare le “domande inappropriate” ……

Le altre domande per cui trovate le (mie) risposte su “MI SONO LAUREATO! E ADESSO? (N.2. LA RICERCA CONTINUA)”.

DOMANDA: “Che cosa è la RAL?”.
DOMANDA: “Flessibilità v. Specializzazione nel piano di studi universitario”.     
DOMANDA: “Ma devo mettere nel CV i “lavoretti” che ho fatto nel periodo universitario?”     
DOMANDA: “Come comportarsi nel caso in cui un colloquio (che credevi fosse andato bene) abbia poi avuto esito negativo”.
DOMANDA: “Il Dubbio Amletico di Mary”.
DOMANDA: “La crisi, i talenti e le raccomandazioni”.
DOMANDA: “Colloqui di selezione. Come si gestiscono le domande inappropriate”.    
DOMANDA: “Ma l'università prepara al mondo del lavoro?”.    
DOMANDA: “Perché non ci parla delle caratteristiche caratteriali che un selezionatore cerca in un neolaureato?
DOMANDA: “La lettera di presentazione”.
DOMANDA: “I Career Day dell’Università”.
DOMANDA: “Internet, Social Network e la ricerca del lavoro”.
DOMANDA: “le aziende assumono solo per conoscenza diretta?”.
DOMANDA. Ma quando un voto di laurea può dirsi basso?.
DOMANDA. “Ma come si trova il lavoro che “ci piace”, il lavoro che fa per noi?”.
DOMANDA: “la differenza, fatta dalle aziende in fase di selezione di curriculum, può essere giustificata solo dal nome e dalla storia di una università senza verificare l'attuale preparazione dei laureati?”.    
DOMANDA: “E se io mi rifiuto di fare un lavoro che...?”.             
DOMANDA “Conta più l’età o il voto di laurea?".
DOMANDA: “ma è utile fare uno stage curriculare prima della laurea?”.

© marco bianchi – riproduzione riservata Dicembre 2017

PUBBLICITA' PROGRESSO


"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata  sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99  la versione cartacea e 10,99 l’epub.

mercoledì 29 novembre 2017

PERCHÉ’ NON SOPPORTO IL CURRICULUM EUROPEO EUROPASS

Nella mia non breve carriera mi è capitato di vedere centinaia di curricula di neolaureati, Italiani o stranieri. Moltissimi candidati Italiani (e ben pochi stranieri) avevano redatto il loro Curriculum utilizzando il formato Europass (il c.d. CV Europeo).

Personalmente io non sopporto il CV Europass e posso assicurare che tanti altri che, come me, stanno "dall'altra parte della scrivania", proprio non lo amano il Curriculum Europeo.

Provate a immaginare il selezionatore/la selezionatrice che si vede arrivare sulla scrivania un centinaio di curricula di neolaureati e immaginatene lo sconforto nello scoprire che sono tutti CV Europass e, a prima vista, sembrano tutti sconsolatamente uguali. E sì che il CV di un neolaureato dovrebbe anche servire per differenziarsi dagli altri e per battere la concorrenza…

Il selezionatore, che di solito non svolge soltanto quella mansione, non ha molto tempo per cercare di distinguere i CV "buoni" da quelli "meno buoni". Visto il poco tempo a disposizione e la montagna di Curricula sulla scrivania, fa una prima scrematura, eliminando, a torto o a ragione visto il poco tempo a disposizione, i CV "che non convincono". Compito arduo e con un maggior rischio di sbagliare se la maggioranza dei CV sono fatti utilizzando il format Europass, in quanto ì CV Europei formalmente sono tutti uguali, appiattiti, e talmente ripetitivi da apparire burocratici al punto da far sì che all’atto pratico non sia semplice cogliere le peculiarità dei singoli candidati.

In realtà il CV Europass, nella sua versione originaria, mi è sempre sembrato il capolavoro del “politically correct”, nel senso deteriore del termine: sembra quasi che lo scopo degli estensori del modello fosse quasi di “nascondere” il carattere e la personalità del candidato. Interessi e attività extra-professionali del candidato non meritavano una sezione ma erano quasi nascosti ed inquadrati alla voce "capacità"(sociali, organizzative, informatiche, artistiche). Bel messaggio per i candidati e per i selezionatori: “Qui contano le tue capacità, quello che sai fare, i tuoi interessi sono fatti tuoi e non del selezionatore”, come se si dovesse assumere “una capacità” e non una persona, che poi le capacità, tanto più in un neolaureato, se non sono soltanto millantate, spesso sono state acquisite proprio svolgendo attività extra-professionali.

Il fine che i redattori del CV Europass probabilmente si proponevano era quello di far sì che la selezione avvenisse sulla base dei soli criteri professionali, senza alcuna influenza delle caratteristiche personali dei candidati e quindi senza il rischio di una qualsivoglia discriminazione. Seppur astrattamente condivisibile, un tale approccio non teneva conto del vero scopo del CV che, quantomeno per i neolaureati, è quello di mettere in risalto, per quanto possibile, le specificità del candidato per differenziarsi rispetto a tutti gli altri candidati e neppure considerava che i datori di lavoro, prima ancora di convocare per un colloquio conoscitivo, cercano di intuire dal CV la personalità, il carattere e le aspettative dei potenziali candidati.

 Altra cosa che mancava, e che manca anche nella versione rivista  nel 2012, è la menzione del voto di laurea, cosa che evidentemente disorientava molti neolaureati italiani che sono arrivati sul mio blog ricercando su Google “Ma nel curriculum Europass dove lo metto il voto di laurea?”.

Tale domanda mi consente di introdurre il secondo motivo per cui non apprezzo il CV Europass. È mai possibile che ci sia un format per tutto, che sempre e comunque ci sia qualcuno che si preoccupa di predisporre un modulo da farci compilare? La realtà, almeno a mio modo di vedere, ma ovviamente tutti sono liberi di dissentire, è che se ti servi del format Europass dai l’impressione di non metterci niente di tuo e corri anzi il rischio di appiattire la tua presentazione, rendendola, almeno all’apparenza, molto simile a tutte quelle dei neolaureati concorrenti. È un po’ la ripetizione di quello che probabilmente ti succedeva all’università (l’approccio top-down, le lezioni frontali con il professore che spiega e gli studenti che ascoltano per capire qual è la risposta giusta all’esame), anche qui qualcuno ti prende per la manina, ti spiega cosa devi fare e tu devi soltanto preoccuparti di seguire le istruzioni (che in effetti ci sono, le trovi sul sito https://europass.cedefop.europa.eu)

Se anche sposi un tale approccio e riesci comunque a ottenere un colloquio di selezione e infine l’agognato posto di lavoro ricordati almeno che questa è probabilmente l’ultima volta che qualcuno ti prende per la mano e che ti passa un format da compilare, ma che d’ora in avanti dovrai cercare di usare la tua creatività e il tuo intuito.

In conclusione, almeno secondo me, molto meglio preparare un curriculum "ad hoc" che, più breve e più semplice da leggere, piacerà di più a chi lo riceve (e gli esempi li trovate al Cap.6 di “"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua”. Oltretutto, se il CV lo scrivete bene dimostrate di essere creativi e di non aver bisogno di moduli prestampati da compilare (anche perché se poi riuscite ad agguantare il vostro primo impiego di moduli che vi guidano nel fare il vostro lavoro non ce ne sono più tanti …).

Naturalmente, in ultima analisi, la scelta tra un CV Europass e un curriculum “ad hoc” è soltanto vostra, siete voi che dovete essere convinto che proprio quel CV, così come avete deciso di predisporlo, è il biglietto giusto per “entrare in gara”, correre la corsa e arrivare agli agognati traguardi (il colloquio di selezione, che rappresenta una sorta di traguardo intermedio, e poi il “traguardo vero”, il vostro primo posto di lavoro “post-laurea”). Se però usate il CV Europass dovete aver ben chiaro che non solo potete, ma, almeno a mio parere, dovete modificarlo e integrarlo con quelle informazioni utili e necessarie al selezionatore di turno per farsi un’idea su chi si troverà di fronte nell'eventuale colloquio di selezione, a cominciare dal voto di laurea e dai vostri interessi personali.

Mi rimane comunque l’orgoglio di aver contribuito a migliorare l’esempio italiano di CV Europass pubblicato sul sito europass.cedefop. Quando l’avevo consultato mi ero accorto che alla sesta riga, alla voce “Occupazione Desiderata” si leggeva “GESITONE risorse umane”. “GESITONE” non “GESTIONE” (rileggere sempre il CV …..) Ci avevo fatto un post su questo blog. Ho ricontrollato oggi l’esempio di CV  Europass. L’errore è stato corretto. Anch'io ho dato il mio piccolo, seppur involontario, contributo al CV Europass. Come si suol dire “chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”.

© marco bianchi – riproduzione riservata Novembre 2017

PUBBLICITA' PROGRESSO


"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata  sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99  la versione cartacea e 10,99 l’epub.

lunedì 27 novembre 2017

TIROCINI EXTRACURRICULARI (I.E. POST-LAUREA). FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA SULLE INDENNITA’ DOVUTE PEER LEGGE AI TIROCINANTI. LE INDENNITA’ MINIME REGIONE PER REGIONE

Quando nel 2010 ho pubblicato la prima edizione di “Mi sono Laureato! E adesso?”  la situazione era tale per cui avevo finito i tirocini extracurriculari che allora si trovavano in giro in tre categorie;: “buoni” (al tirocinante veniva offerta la possibilità di acquisire competenze e gli veniva riconosciuto un rimborso spese), “cattivi” (il tirocinante come tuttofare per eseguire dei lavori professionalmente non qualificanti o abbandonato a te stesso, senza che nessuno si preoccupi di insegnarli alcunché) e quelli “cattivissimi” dove non ti offrivano alcun rimborso spese e in cui, al primo colloquio, ti ritrovavi di fronte un “figuro” il quale, con assoluta disinvoltura, ti dice “ma caro Dottore (Architetto, Ingegnere ecc.), cara Dottoressa (Architetto, Ingegnere ecc.), a ben guardare è lei che dovrebbe pagarci visto che ci sobbarchiamo l’onere di insegnarle il mestiere…”.

Ancora recentemente mi è capitato di leggere che in Italia “i tirocini sono gratuiti”.  Non è così dal 2013, quando Stato, Regioni e Province autonome hanno sottoscritto le “Linee guida in materia di tirocini extracurriculari” e la competenza su tali tirocini extracurriculari (e su tutte le altre tipologie di tirocini) è stata trasferita alle Regioni e alle Province Autonome sulla base delle quali le singole Regioni e Province Autonome hanno emanato specifiche normative regionali / provinciali.
Premesso che alla base di un tirocinio extracurriculare c’è sempre una convenzione di tirocinio tra l’ente promotore (Università ma non solo), l’azienda ospitante e il tirocinante al quale l’azienda ospitante offre un stage basato su uno specifico progetto formativo.  Nella Convenzione l’ente promotore e l’azienda devono poi indicare i rispettivi tutor.

Qui di seguito una sintesi di quanto previsto dalle normative regionali in tema di durata e indennità  minima (lorda ci dovete pagare le tasse)

ABRUZZO - Min. 2 mesi – Max 6 mesi / € 600 lordi mese.
BASILICATA - Min. 2 mesi – Max 6 mesi / € 450 lordi mese.
CALABRIA – Max 6 mesi / € 450 lordi mese.
CAMPANIA - Max 6 mesi / € 400 lordi mese.
EMILIA ROMAGNA – Max 6 mesi / € 450 lordi mese.
FRIULI VENEZIA GIULIA – Max 6 mesi / € 300 lordi mese.
LAZIO - Max 6 mesi / € 400 lordi mese.
LIGURIA - Max 6 mesi / € 400 lordi mese.
LOMBARDIA - 6 mesi / € 400 lordi mese riducibili a € 300 lordi se al tirocinante vengono forniti buoni pasto / servizio mensa
MARCHE - Max 6 mesi / € 350 lordi mese.
MOLISE - Max 6 mesi / € 400 lordi mese.
PIEMONTE - Max 6 mesi / da € 300 (20 ore settimanali) a € 600 lordi mese (40 ore settimanali)
PROV. BOLZANO – Max 6 mesi prorogabili 12 mesi su richiesta motivata del soggetto ospitate / non c’è un minimo obbligatorio ma se il tirocinante e l’azienda ospitante hanno concordato una indennità viene indicato un importo  orientativo tra € 400 e € 600 lordi.
PROV. TRENTO – 6 mesi prorogabili per altri 6 / minimo € 300 massimo € 600 lordi
PUGLIA - 6 mesi prorogabili per ulteriori 30 giorni / € 450 lordi mese.
SARDEGNA - Max 6 mesi / € 400 lordi mese.
SICILIA - Max 6 mesi / € 300 lordi mese.
TOSCANA - Min. 2 mesi – Max 6 mesi / € 500 lordi mese.
UMBRIA - Max 6 mesi / da € 300 (max 24 ore settimanali) a € 400 lordi mese (25 ore settimanali)

Gli importi delle indennità di partecipazioni sopra indicati sono importi minimi (anche se ho l’impressione che la maggioranza delle aziende ospitanti non abbiano colto la possibilità di aumentarne l’importo …….).
E se vi giunge notizia di un tirocinio senza alcuna indennità, o con una indennità inferiore a quelle sopra indicate quello non è un tirocinio extra- curriculare: chiamiamolo pure lavoro nero.

Maggiori dettagli e spiegazioni su tirocini post-laurea li trovate al cap. 4.2. di “MI SONO LAUREATO! E ADESSO? (N.2. LA RICERCA CONTINUA)”
.
© marco bianchi – riproduzione riservata – Novembre 2017

PUBBLICITA' PROGRESSO


"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata  sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99  la versione cartacea e 10,99 l’epub.

venerdì 24 novembre 2017

DOMANDA: SEZIONE INTERESSI E ATTIVITA’ EXTRAPROFESSIONALI. LA INSERISCO O NO NEL CURRICULUM (NEL CV EUROPASS NON E’ PREVISTA ……..)? ALCUNI ESEMPI E LE POSSIBILI REAZIONI DEI SELEZIONATORI

Una delle domande che mi vengono rivolte più frequentemente dai neolaureati alla ricerca del primo lavoro riguarda l’opportunità di inserire nel CV una sezione dedicata agli interessi e all attività extra-professionali del/della candidato/a. Probabilmente il dubbio e le perplessità derivano dal fatto che il CV Europass (sovente l’unico modello di CV che i   neolaureati conoscono o che, in alcune Università viene proprio loro proposto dal Job Placement) non lo prevede espressamente, o, meglio, quasi lo “nasconde” alle voci capacità  e competenze (relazionali, organizzative, tecniche, artistiche, altre capacità e competenze).
Premesso che, come dico in “Mi sono laureato! E adesso? (n.2. La ricerca continua)”, al pari di tanti altri che nel mondo del lavoro sono alla ricerca di neolaureati, personalmente sconsiglio l’uso del CV Europass e nei prossimi post ne spiegherò i motivi e la lunga e costosa genesi) veniamo al perché la sezione è necessario inserire nel CV “Interessi e Attività Extraprofessionali”.
Il selezionatore che rigira perplesso tra le mani il vostro CV i neolaureati di solito non è interessato soltanto al vostro voto di laurea ed al vostro percorso formativo. Cerca di capire anche chi si “porta in casa” e, prima dell’ipotetico colloquio di selezione, lo fa anche guardando le tue attività extra-professionali.  Nella stragrande maggioranza dei CV dei neolaureati si legge che il/la candidato/a sa lavorare in team, è orientato/a al problem solving, intellettualmente flessibile e capace di relazionarsi con gli altri. Ma il selezionatore dove può trovare nel CV un qualche indizio che forse c’è del vero in tali affermazioni. Proprio negli “Interessi e Attività Extraprofessionali” che troppi neolaureati invece neppure inseriscono nel CV.  Come dico sempre nelle presentazioni di “MI SONO LAUREATO! E ADESSO? (N.2. LA RICERCA CONTINUA)” che faccio qui e là non si assume tanto e soltanto  un voto di laurea, quanto e soltanto una persona, un cervello, una personalità, un carattere.
C’è un secondo motivo, molto più banale, che suggerisce l’opportunità di inserire sempre nel CV di un/a neolaureato/a gli interessi e le attività professionali. Considerata la concorrenza mostruosa che il CV di un neolaureato deve sconfiggere bisogna trovare il modo di differenziare il proprio curriculum da quello degli altri. Magari il selezionatore che ha sulla scrivania decine di curricula non ricordo il tuo nome ma si ricordo qualcosa dei tuoi hobby ("E dove caspita è finito il Curriculum di quello che faceva l'enologo dilettante (un'attività affascinante, almeno per chi scrive)? E la tipa che cantava da mezzo soprano che si è esibito in mezzo Europa, quella almeno probabilmente lo sa già cosa vuol dire lavorare in team...).
Qui di seguito alcuni esempi di interessi e le attività professionali tratti da quelli illustrati su “MI SONO LAUREATO! E ADESSO? (N.2. LA RICERCA CONTINUA)” e le possibili reazioni di chi legge il CV.
Sono un appassionato di modellismo”: Reazione “sospettosa”. Non è che sei un introverso che passa tutto il tempo chiuso in una stanza? E qual è il titolo della tua tesi? Se la tesi era dedicata ad un argomento iperteorico o di ipernicchia collegando tesi e modellismo il sospetto si irrobustisce ...
Recito in una compagnia amatoriale (il Teatro dei Pallottolieri di Padova)”. Reazione: Curiosa/ Positiva. Potrebbe voler dire team building e capacità di stare in pubblico senza problemi”.
Faccio volontariato in una associazione, per cui organizzo eventi e gestisco i rapporti con gli sponsor”. Reazione: “interessante”. Ha capacità organizzative. Sa relazionarsi con manager delle società sponsor che sono già pienamente inseriti nel mondo del lavoro.
Ancora convinti che la sezione Interessi extra-professionali del CV non sia importante e meriti soltanto due minuti della vostra attenzione o proprio non vada messa nel CV? (Nel qual caso la reazione del selezionatore potrebbe essere: “e perché non racconti niente di te e dei tuoi interessi?”)?

© marco bianchi – riproduzione riservata  Novembre 2017

PUBBLICITA' PROGRESSO

"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it, e ebooklife.it. Costo? 14,99 la versione cartacea e 10,99 l’epub.

mercoledì 8 novembre 2017

IL MIO COMMENTO AL POST “Stop ai Curriculum Vitae: Unilever assume grazie all’Intelligenza Artificiale e alla Gamification ” CHE HO CONDIVISO SULLA PAGINA FB DI MI SONO LAUREATO! E ADESSO?


In estrema sintesi il post cì informa che la UNILEVER megamultinazionale U.S.A. (170.000 dipendenti e 400 brand nel mondo) ha rivoluzionato il suo modo di selezionare i junior (va bè diciamo i neolaureati). Un approccio più efficace per meglio individuare i migliori candidati? In realtà, come si legge in commento, tutto si riduce a un modo per risparmiare quattrini: “Andare nelle università, raccogliere ogni tipo di curriculum, scremare quelli non adatti alle posizioni aperte è sicuramente un’attività molto dispendiosa in termini di risorse, sia umane che temporali, con un’incerta efficienza per l’azienda e per i candidati”. E qui già si intuisce che probabilmente UNILEVER ha già raggiunto un tangibile risultato: riduzione dei costi della selezione e del numero dei dipendenti della Direzione Risorse Umane.
E come UNILEVER ha (ri) strutturato la selezione?

CURRICULUM: UNILEVER lo ha eliminato e lo ha sostituito con LINKEDIN fai la tua application da lì. I POSSIBILI CONTRO: Linkedin non è strutturato / non siamo abituati a utilizzare il nostro profilo a mo’ di CV: tra le altre cose su Linkedin mancano delle informazioni che, almeno per me, non sono banali, ovverosia tutte quelle che riguardano le attività e gli interessi professionali del candidato, che il selezionatore utilizza per cercare di capire qualcosa di più sul carattere e sulla personalità del candidato (e su MI SONO LAUREATO! E ADESSO? (N.2. LA RICERCA CONTINUA) ho pubblicato una serie di esempi attività ed interessi professionali con le possibili “interpretazioni” che ne dà il selezionatore).

GAMIFICATION: va a sostituire gli Assessment Center utilizzati da molte aziende. UNILEVER vi propone 12 giochi in 20 minuti (e spero che non siano sempre gli stessi, altrimenti mandiamo avanti un amico e ci facciamo un idea. E comunque ce li facciamo a casa nostra, magari attorniati da dieci amici supercompetenti ……………. Finiti i game il computer fa lo screening e decide chi passare al selezionatore umano. Immagino che UNILEVER pensi che così facendo una sicura efficienza venga così garantita agli junior prontamente informati che non hanno passato il turno. “Bene finalmente qualcuno risponde al mio CV, voglio dire alla mia pagina linkedin”. Vero, però non è il selezionatore che ti risponde, e neppure un qualche umano dipendente in UNILEVER, è di nuovo il maledetto algoritmo (e, come racconto nel mio libro, anche una mia tirocinante ha avuto la sua brava risposta da un algoritmo, sessanta secondi dopo aver inviato la sua application).

IL SELEZIONATORE UMANO: E finalmente se si supera l’algoritmo si incontra un selezionatore umano. Uno. Ma chi? Se una società medio grande assume un candidato junior di solito i selezionatori sono almno due, una della Direzione del personale e l’altro il capo del dipartimento dove il candidato dovrebbe essere inserito.
In conclusione quella di UNILEVER mi sembra una procedura molto impersonale, o forse americana, poco adatta per valutare figure professionali, anche junior, soprattutto se si vuole inserire non una FTE – FullTime Equivalent (l’acronimo americano con cui si contano i dipendenti, i.e. due persone in part-time = un FTE) ma persone da inserire in un team team, con una loro professionalità, ma anche con una loro personalità. Non solo numeri ma anche persone. 

© Marco Bianchi Novembre 2017 – riproduzione riservata 


PUBBLICITA' PROGRESSO

"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” che avevo pubblicato nel 2010 con Vallardi. La nuova edizione del libro è disponibile in versione cartacea ed e-book.

La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it (e probabilmente ho dimenticato qualche altro sito). Costo? 14,99  la versione cartacea e 10,99 l’epub.




lunedì 3 aprile 2017

"IL LAVORO? MEGLIO GIOCARE A CALCETTO CHE INVIARE CURRICULUM" O NO? IN MARGINE AL MINISTRO POLETTI

E finalmente trovo il tempo di dire la mia sulla criticatissima frase detta dal Ministro Poletti nei giorni scorsi. Se capisco bene, la frase esatta detta da Poletti era la seguente " 'Nel lavoro si creano più opportunità giocando a calcetto che a spedire curricula'.
In via preliminare va detto che oggi come oggi per i giovani la ricerca del primo lavoro è un problema assillante e vi posso garantire che è angosciante vedere dei neolaureati (sorry per i diplomati ma i neolaureati sono il mio pubblico) bravi e brillanti che faticano e si sbattono per cercarsi di trovare un futuro dopo aver terminato il loro percorso formativo. In questa situazione è necessario pesare le parole, tanto più se si ricopre una carica istituzionale, ed evitare semplificazioni e frasi fatte. La comunicazione deve essere fatta per chi ci ascolta non per noi che già sappiamo, o crediamo di sapere (ma quest’ultimo mio commento non è direttamente riferito alla frase di Poletti).

Andiamo al merito della questione: calcetto v. curriculum. In realtà il cv è lo strumento per entrare in comunicazione con chi dovrebbe assumerti, e, no, anche se l’allenatore della squadra è il tuo potenziale datore di lavoro non ti assume soltanto perché giochi bene (questo ovviamente se il posto non è in una squadra di serie A). Sei certamente favorito se chi sta cercando già ti conosce, ma comunque l’assunzione è anche legata alla corrispondenza tra quello che il tuo CV racconta di te, da un punto di vista professionale e caratteriale, e quello che serve all'azienda.  

Calcetto v. Curriculum. Allora vince il Curriculum? No, probabilmente è un pareggio. Quello che probabilmente intendeva Poletti era che non è che ci si può chiudere in una stanza fidando nel fatto che abbiamo spedito in giro 200 copie del nostro Cv denso dei nostri (passati) successi universitari e rimanere lì in fiduciosa attesa che prima o poi qualcuno Ci risponda. Al contrario bisogna anche arricchire tali successi con altre competenze che acquisiamo interagendo con gli altri, con il calcetto, con l’associazionismo, con il volontariato. Problem solving, team building, project management non sono certo materie d’esame all'università. Bisogna poi ricordare che se I neolaureati devono farsi notare da qualcuno che “cerca”, allora il calcetto, l’associazionismo, il volontariato (o, come ho scritto sul libro la partecipazione ai Master dove i docenti non sono solo professori ma anche manager che prima o poi devono assumere…) sono momenti in cui ci si può far notare, far conoscere da qualcuno che “cerca”. Calcetto o Curriculum? No Calcetto e Curriculum.

Marco Bianchi © riproduzione riservata marzo 2017

 PUBBLICITA' PROGRESSO

"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. 

La nuova edizione del libro può essere acquistata sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it,  e ebooklife.it. Costo? 14,99 la versione cartacea e 10,99 l’epub.