I giornali di oggi ( vedi il Corriere della Sera e la Repubblica) hanno dato ampio risalto alle dichiarazioni del sottosegretario (“viceministro”) Michel Martone ed alla sua frase “Chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato”.
Premetto che, se capisco bene da quel che ho visto su Internet, Michel Martone si è laureato presto in Università, per poi rimanerci: professore a 29 anni, di ruolo a 37 anni, scrive su giornali e riviste, ha un blog e adesso è diventato pure sottosegretario. Immagino che sia una persona capace e competente nell’ambito della esperienza professionale che ha maturato negli anni passati e non mi interessa commentare le polemiche che pure ho visto in rete in merito alla sua indubbiamente brillante carriera.
Vorrei invece limitarmi a commentare le sue affermazioni.
“Chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato” - Detta così è una affermazione generica, superficiale che dimostra una certa qual supponenza da parte di Martone, il quale se ne è accorto e ha poi cercato di porvi rimedio con ulteriori dichiarazioni. Diciamo che arrivato quasi a quarant’anni e ad una posizione di governo ci si aspetterebbe da Martone, e da chiunque sia in una posizione analoga alla sua, una certa qual maggior ponderatezza in quel che dice. Come ben sappiamo ci sono molte ragioni che potrebbero giustificare il fatto che uno si laurei a 28 anni, prima tra tutte il fatto di aver nel frattempo lavorato (ho ricontrollato il mio CV, io per esempio mi sono laureato in Giurisprudenza in otto anni ma è anche vero che ho iniziato a lavorare a 18 anni, e non perché la mia famiglia avesse realmente bisogno, ma unicamente per orgoglio, perché non volevo dover pietire dai miei dei quattrini). Ovviamente se ti sei laureato in dieci anni perché più che a studiare e passare esami hai passato questi anni a divertirti senza problemi, happy hour, vacanze, divertimento, sport posso arrivare a condividere l’affermazione di Martone che ti dà dello sfigato (ma probabilmente, aggiungerei, sei anche un figlio di papà che nel frattempo ti ha mantenuto).
“Essere secchioni è bello” – Lo scalpore, ed il fastidio, provocato dall’affermazione sui ventottenni sfigato, ha fatto sì che nessuno abbia commentato questa ulteriore affermazione di Martone. Indubbiamente se si è già deciso di percorrere una carriera universitaria probabilmente “essere secchioni è bello”. Probabilmente non è così per tutti coloro che dopo la laurea preferiscono costruirsi una carriera al di fuori dell’Università. Nella mia esperienza (azienda settore privato) diffidavo dei neolaureati che dopo essersi chiusi nella biblioteca dell’università si erano presi un 110 e Lode, magari con una tesi su un argomento assolutamente teorico e oscuro e tendenzialmente preferivo chi si era laureato magari uno o due anni fuori corso, ma era andato all’estero a studiare le lingue, aveva fatto dell’associazionismo o del volontariato, oppure era riuscito ad agguantare un tirocinio curriculare o un qualche lavoro, temporaneo ma significativo. Ciò nella consapevolezza che “li fuori”, quando lavori devi “risolvere i problemi” ed applicare quello che hai studiato mettendoci del tuo. E sul lavoro, come diico nel mio libro, ci sono più problemi e domande che non libri con le risposte …….
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