Sulla pagina FB di “Mi sono laureato! E adesso” (ci andate cliccando qui a destra sopra la copertina del libro) due giorni fa ho pubblicato il link al post “110 e lode? Nel curriculum conta più di un Erasmus” pubblicato sul sito www.università.it.
Il post, pubblicato lo scorso Ottobre, in realtà si riduce alla dichiarazione di Paolo Citterio, direttore del Gipd . Gruppo Intersettoriale Direttori del Personale secondo cui “Poco importa che non si abbia conquistato un voto altissimo, se ci si laurea in tempo e se si ha un’esperienza internazionale oltre alla propria carriera universitaria”. La redattrice del post ha poi frettolosamente fatto l’equivalenza esperienza internazionale = Erasmus. Ho condiviso il link perché in realtà il breve post di università.it ha provocato una serie di commenti a favore o contro l’affermazione che mi sembra utile sintetizzare e commentare a mia volta:
I COMMENTI DEGLI ALTRI
- Per vivere all’estero durante l’Erasmus servono quattrini e se non li hai …
- Dovrebbe contare quello che hai studiato non l’Erasmus….
- L’Erasmus mi ha reso molto più intraprendente, è una scuola di vita …
- Poche balle se vuoi fare l’Erasmus ci sono borse di studio e poi ci si arrangia a trovare dei lavori temporanei in loco
- Ma che Erasmus, al 90% è uno strumento per divertirsi e trovare delle scorciatoie. L’unica cosa utile è interagire con culture diverse. Non si può paragonare ad un 110 e lode meritato di chi si è spezzato la schiena sui libri
I MIEI COMMENTI
Condivido l’affermazione del Direttore del Gipd secondo cui una qualche esperienza internazionale è utile per il CV di un neolaureato (che non vuol dire essere stati tre mesi in vacanza all’estero, e di per sé stesso, neppure aver fatto un Erasmus). Quando mi è capitato di vedere un Erasmus su un CV (soprattutto in località divertenti, tipo Barcellona) anch’io mi sono domandato “e cosa mai avrà fatto durante l’Erasmus, studio indefesso o divertimento indefesso?”. PRIMO CONSIGLIO: nel CV non limitatevi a dire che avete fatto l’Erasmus ma, se così è stato, indicate l’eventuale Borsa di Studio che vi ha permesso di andare all’estero senza troppi problemi economici e gli esami che avete sostenuto durante l’Erasmus SECONDO CONSIGLIO Non condivido particolarmente l’enfasi sul “110 e lode meritato di chi si è spezzato la schiena sui libri”. Certamente così facendo avete ottenuto il 110 e lode ma il selezionatore inevitabilmente si chiede quanto sia ricca l’esperienza che potete portare se veniste assunti (la solita domanda: chi ho di fronte “Pico della Mirandola o uno che si è chiuso in biblioteca per cinque anni?”). Sul posto di lavoro non ci sono “libri da leggere” quanto problemi da risolvere e obiettivi da raggiungere (e per farlo non basta il 110 ma è necessario saper applicare al caso pratico quello che si è studiato sui libri e rendersi conto che non tutte le soluzioni stanno sui libri, per non parlare poi della capacità di relazionarsi con gli altri (colleghi, clienti) e di lavorare con persone con esperienze professionali e culture diverse dalle nostre…)
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