In un Curriculum la Sezione “Esperienze
Professionali” è quella dedicata all’indicazione delle attività lavorative già
svolte, il ché è abbastanza facile per una persona di una certa età che si
barcamena già da tempo nel mondo del lavoro (o magari, perché no, siamo
ottimisti, ha già fatto una discreta carriera).
Più complicata la situazione di un
neolaureato / di un giovane neolaureato che non fosse altro per una questione
anagrafica di “esperienze professionali” ne ha poche o nessuna. Se le vostre esperienze professionali sono
pari a zero e state scrivendo il vostro primo CV la questione non si pone (o
meglio è proprio la sezione “esperienza professionale” che non si pone nel CV).
Vediamo invece come gestire chi ha già qualche esperienza da mettere nel CV.
1. La
posizione della Sezione “Esperienze Professionali” nel CV – Dopo aver
inserito i propri dati anagrafici può capitare che la prima sezione sia proprio
quella dedicata alle “Esperienze Professionali”. PERO’ ATTENZIONE: Di solito un tale inizio si
trova nei CV di persone che lavorano da diversi anni e per cui le, ormai
lontane, esperienze universitarie ormai sono relativamente importanti. Nel CV
di un giovane laureato metterei prima la sezione “Istruzione e Formazione” e
poi quella delle “Esperienze Professionali”
2. Quali sono le “esperienze” da inserire nella
Sezione “Esperienze Professionali”? Per capirlo bisogna ricordare che la
parola chiave è “professionali”. Se durante il periodo universitario avete
lavorato, anche per brevi periodi, presso una qualche società / studio
professionale / istituzione pubblica queste sono esperienze professionali,
anche se magari non sono direttamente collegate (o proprio non sono collegate)
con la laurea che vi siete presi, perché comunque servono a dimostrare che avete
una consapevolezza delle dinamiche proprie del mondo del lavoro (relazioni con
capo, colleghi, clienti, fornitori – lavoro di gruppo i.e. con colleghi che
hanno professionalità diverse dalle vostre). E tutti i lavori casual che avete
fatto durante l’Università unicamente per raggranellare un po’ di quattrini,
quelli che in un post precedente ho chiamato, usando la definizione di una
neolaureata, “lavoretti” (animatore, barman, pizzaiolo e simili)? Quelli ili
metterei in un’altra sezione, “Esperienze Extra-Professionali”, insieme a
volontariato e attività agonistiche sportive.
3. Come
“registro” nel CV le “Esperienze Professionali”? In quasi tutti i CV di
neolaureati che mi è capitato di vedere le “Esperienze Professionali” venivano
raccontate in maniera ipersintetica, tipo “dal/al impiegato presso l’Ufficio
Marketing della Acme S.p.A.”, al più con qualche parola in più su quello che
il/la neolaureato/a facevano. E’ vero che in un CV bisogna essere sintetici e
non verbosi, però, almeno a mio parere, lo standard di riferimento per un CV
non è neppure quello del telegramma. Cercando
di essere sintetici, potrebbe essere interessante aggiungere poche parole per
spiegare (i)di cosa si occupa, quanto è grande la Acme S.p.A., (fatturato /
numero di dipendenti) (ii) da chi si dipendeva, chi era il capo e (iii) chi
erano gli interlocutori esterni / interni del/della neolaureato/neolaureata
(colleghi di altre funzioni aziendali, clienti, fornitori, agenti,
distributori).sui interlocutori esterni). E’ vero che si tratta di informazioni
che potranno essere dettagliate durante un eventuale colloquio, ma al colloquio
di selezione bisogna arrivarci proprio attraverso il CV. Se è possibile
inserire tali informazioni si “arricchisce” il CV e ci si differenzia dalla
concorrenza.
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