lunedì 24 dicembre 2012

DOMANDA VOSTRA (E RISPOSTA MIA): MI SONO APPENA LAUREATO, CHE FACCIO? (OVVERO IL KIT DI SOPRAVVIVENZA DEL NEOLAUREATO ALLA CACCIA DI UN PRIMO LAVORO)

Mi capita spesso di vedere sulle pagine FB di “Mi sono laureato! e adesso?” le foto delle feste di laurea dei fan. W le feste Poi dopo ci si rende conto (ma in realtà già si sapeva ..)  che abbiamo raggiunto un risultato importante che però rappresenta solo una tappa. E il prossimo traguardo è quello di riuscire ad “agganciare” un lavoro, possibilmente un lavoro più o meno in linea con le conoscenze che abbiamo maturato in anni di studio in Università.  Complicato. Complicato in generale, e tanto più adesso che navighiamo a vista in un periodo di recessione.

E  allora bisogna organizzarsi. Quale può essere  il contenuto di un KIT DI SOPRAVVIVENZA del neolaureato alla caccia di un primo lavoro? Vediamone i contenuti.

IL CURRICULUM VITAE: Ovviamente si parte dal CV . Su “Mi sono laureato! E adesso?” e su questo post ho ripetutamente cercato di spiegare perché sconsiglio l’uso del CV Europass. Se la concorrenza è forte (e per i neolaureati certamente lo è) bisognerebbe cercare di differenziarsi, di emergere, di svettare rispetto al CV di tutti gli altri (e non non è detto che il 110 con lode sia sufficiente, anche perché di neolaureati con il 110 non ce ne sono pochissimi ….). Se proprio volete usare il CV EUROPASS, almeno ricordatevi di inserire voto do laurea e titolo della tesi, anche se lo standard Europass (sic!) non prevede tali informazioni. Se decidete di utilizzare ol CV ad hoc, cercate di arricchirlo con esperienze extra-universitarie (tirocini, volontariato, associazionismo, attività sportive agonistiche, lavoretti).  Su “Mi sono laureato!E adesso?” ma anche su questo blog ho pubblicato molti esempi di CV “ad hoc”, in Italiano e Inglese, ma attenzione sono solo esempi, ci dovete mettere del vostro …

LA LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO / DI PRESENTAZIONE: Se c’è l’opportunità, accompagnamo il CV con una lettera di presentazione. Non due righe striminzite (“Vi mando il CV fatemi sapere”) e neppure un linguaggio burocratico formale, tipo istanza  per l’annullamento di una multa. Se il CV racconta quello che avete studiato / avete fatto durante gli anni dell'Università, la lettera di presentazione dovrebbe far intuire al selezionatore / alla selezionatrice qualcosa della vostra personalità, e magari evidenziare qualche aspetto del CV che vi sembra particolarmente importante. Da evitare /usare con parsimonia  affermazioni sulle proprie capacità se non dimostrate / non dimostrabili sulla base di quello che si intuisce dal CV (“abilissimo nel lavorare in team, ottime capacità di relazionarsi con gli altri, capacità di gestire le priorità …”)

LA RICERCA: a parte il passaparola, è opportuno identificare e poi consultare periodicamente i vari siti internet che riportano offerte di lavoro (ho fatto un paio di post ove ne riporto diversi). Due avvertenze: 1. Per evitare di scoraggiarsi, bisogna essere consapevoli del grado di attrattività della nostra laurea e 2. Se cerchiamo solo opportunità a 20 km. Da dove abitiamo la ricerca si allunga e le probabilità di trovare qualcosa diminuisce …

I SOCIAL NETWORK: Consiglierei a tutti di iscriversi a Linkedin. Per Facebook un po’ di attenzione: non è detto che il selezionatore / la selezionatrice, pure loro su FB, non vadano a vedere il vostro diario. Se l’avete riempito dei resoconti delle vostre baldorie, o di cordiali epiteti per qualche vostro (ex) amico / amica, modificate le vostre impostazioni sulla privacy per limitare la visibilità di resoconti e epiteti ai soli vostri amici …

E poi? Pazienza, perseveranza e fiducia in sé stessi, nonostante tutto (e se non rispondono al CV che avete inviato non è detto che ce l’abbiano con voi, o che il vostro CV sia necessariamente mal fatto. Il selezionatore che riceve 100 CV al giorno, difficilmente ha tempo e voglia di rispondere a tutti (semprechè non si sia dotato di un sistema per risposta automatizzata del tipo “Grazie ma per adesso non assumiamo”:


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3 commenti:

  1. Nel libro ho letto della necessità di iniziare già durante il percorso di laurea a costruire il proprio CV scegliendo con lungimiranza gli esami del percorso di studi e l'argomento della tesi. In giro però ci dicono che dobbiamo imparare ad essere flessibili, pronti a cambiare lavoro periodicamente. E allora che senso ha costruirsi una specializzazione fin dagli anni della laurea? Se non si trova nulla di attinente nelle offerte di lavoro (o solo stage al termine dei quale si viene puntualmente scaricati), come fare a "riciclarsi" con un CV che va diritto verso un'unica meta?
    Ho anche una domanda di ordine più pratico e personale. Laurea triennale in Relazioni Internazionali, laurea a ciclo unico in Giurisprudenza. Tutti dicono che sono folle perché a 28/29 anni nessuno più sarà disposto ad assumermi, io non ci credo e spero un giorno di poter lavorare come avvocato in un grande studio legale specializzato in IP. L'età sarebbe realmente un deterrente? E sulla necessità di inserire il titolo della tesi nel CV, posso sorvolare su titolo della tesi della laurea triennale?

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  2. Ho risposto alla prima domanda con un post che ho pubblicato il 2/2/2013. Un attimo di tempo e poi rispondo alla seconda domanda (sempre con un post)

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  3. La ringrazio! Anche per la futura risposta alla seconda domanda. Fra un po' dovrei laurearmi, avrò 28 anni, due lauree, uno stage alla WIPO di Ginevra, 3 lingue ma continuo a domandarmi quanto possa incidere l'età. Allo stesso tempo però una laurea "generalista" non poteva non essere seguita da un percorso di specializzazione. Quanto conta quindi l'età su di un CV? Se si tratta di anni fuori corso la risposta è abbastanza ovvia, ma quando invece in questi anni si è investito in formazione?

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