giovedì 2 maggio 2013

DOMANDA: MA LA SEZIONE INTERESSI EXTRA PROFESSIONALI LA METTO NEL CV? E COSA CI METTO?

Io ho sempre pensato che sarebbe sbagliato non inserire nel CV una sezione dedicata agli interessi extra-professionali (e questo anche se nel CV Europass a cui era dedicato il post precedente di interessi extra-professionali non li prevede, ma per me questa è soltanto l’ennesimo difetto di Europass). Tale considerazione vale per  i neolaureati ma anche per chi un lavoro già lo ha (magati non è così per  quelli che si candidano quali possibili Amministratori Delegati della grande società, ancghe perché per la verità a quei livelli spesso gli A.D. di interessi extra-professionali non ne hanno più da tempo) .
Perché suggerisco di  inserire gli Interessi Extra.Professionali nel CV? Perché non si assume (o non si  dovrebbe assumere) solo un voto di laurea o un percorso universitario ma anche una persona a 360°  e quindi dal CV si dovrebbe riuscire ad intuire qualcosa della personalità, del carattere, degli interessi e delle esperienze (quali che esse siano, e quindi anche in ambito non professionale)  del candidato che sta dietro al CV che è planato sulla scrivania del selezionatore.
Al neolaureato gli "interessi extra-professionali" servono per cercare di differenziarsi rispetto alla marea degli altri CV. Quindi nel CV fai una sezione a loro dedicata (di solito è l'ultima al fondo del CV) e non indicare degli interessi generici (viaggiare, leggere, ascoltare musica) ma cerca di far vedere che hai una tua personalità (viaggiare DOVE, leggere COSA, ascoltare QUALE Musica?). Due righe e mezzo al massimo, Interessanti gli interessi extraprofessionali che fai con altri (attività sportiva, cori alpini, associazioni studentesche apolitiche e simili). Maggiori informazioni sugli interessi extra-contrattuali alle pagg. 69-72 di “Mi sono laureato! E adesso?”.
© Marco Bianchi riproduzione riservata 

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"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi.

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1 commento:

  1. Mi scuso per la forse inopportuna invadenza, ma mi pare che queste parole del premio Nobel per la letteratura del 1996 siano più che mai applicabili al quotidiano di noi "neo-laureati".

    "Cos’è necessario?
    E’ necessario scrivere una domanda,
    e alla domanda allegare il curriculum.
    A prescindere da quanto si è vissuto
    il curriculum dovrebbe essere breve.
    E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
    Cambiare paesaggi in indirizzi
    e ricordi incerti in date fisse.
    Di tutti gli amori basta quello coniugale,
    e dei bambini solo quelli nati.
    Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
    I viaggi solo se all’estero.
    L’appartenenza a un che, ma senza perché.
    Onorificenze senza motivazione.
    Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
    e ti evitassi.
    Sorvola su cani, gatti e uccelli,
    cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
    Meglio il prezzo che il valore
    e il titolo che il contenuto.
    Meglio il numero di scarpa, che non dove va
    colui per cui ti scambiano.
    Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
    E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
    Cosa si sente?
    Il fragore delle macchine che tritano la carta."

    WISLAWA SZYMBORSKA, "Scrivere il curriculum"

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