sabato 15 settembre 2012

DOMANDA E RISPOSTA (MIA): COME AFFRONTO IL COLLOQUIO DI SELEZIONE?


OK l’argomento l’ho sviscerato su “Mi sono laureato! E adesso?” e anche sul blog ci ho dedicato un tot di post. Quindi, tra gli altri consigli, preparati e raccogli più informazioni che puoi in anticipo sulla società che ti ha chiamato, cosa fanno da quelle arriva in orario, non vestirti come quando vai in discoteca o a giocare a calcetto ma nemmeno come per il matrimonio di tua sorella, riconsidera il tuo CV con senso critico, rispondi alle domande in maniera articolata (non con un sì e un no e basta), ma ricordati anche di fare domande (il colloquio di selezione non è come l’esame all’Università “a domanda del professore rispondo se no rimango in silenzio”).
E’ però necessario anche capire con quale atteggiamento si deve andare ad un colloquio. E’ ovvio che tu devi poter farti un’idea di che cosa ti aspetta, dove vai a finire, se mai dovessero scegliere proprio te ma questo è quasi una conseguenza. Non ti hanno chiamato per darti l’opportunità di capire che cosa LORO possono fare per TE, ma  che cosa TU puoi fare per LORO (o meglio potresti forse fare, se sei un neolaureato senza nessuna esperienza pratica di come funziona il mondo del lavoro, qualunque sia il tuo corso di laurea).  A meno che il convocato abbia già una ragguardevole esperienza e sia uno dei due potenziali candidati disponibili, bisogna evitare di iniziare ad interagire con il selezionatore di turno con l’approccio “Mi avete chiamato voi, che cosa mi offrite?”.  Il massimo del minimo a me è capitato con una candidato al quale avevo proposto un tirocinio (pagato più che bene), che avrebbe dovuto cominciare il 1 Luglio. Reazione? Salti di gioia, sguardo brillante e interessato? Sguardo imperturbabile e risposta “Io preferirei iniziare a metà settembre” (eravamo ai primi di giugno e in quel periodo io mi portavo dietro una montagna di ferie arretrate ……).
Quindi prima cerchiamo di aiutare a chiarire al selezionatore cosa noi possiamo fare e soltanto dopo iniziamo a fare domande (possibilmente non soltanto “Che orario fate” “ Quanto pagate” “Quanti giorni di ferie posso fare”, che mi è capitato anche questo….).
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