domenica 3 febbraio 2013

DOMANDA (VOSTRA) E RISPOSTA (MIA): COME GESTIRE IL PERCORSO UNIVERSITARIO (IN FUNZIONE DEL POST-LAUREA)

Mi è arrivato un commento al post  “DOMANDA VOSTRA (E RISPOSTA MIA): MI SONO APPENA LAUREATO, CHE FACCIO? (OVVERO IL KIT DI SOPRAVVIVENZA DEL NEOLAUREATO ALLA CACCIA DI UN PRIMO LAVORO)” che interessa a tutti. In realtà più che un commento si tratta di due domande. Trascrivo qui la prima domanda (alla seconda rispondo con un post successivo)
“DOMANDA: “Nel libro ho letto della necessità di iniziare già durante il percorso di laurea a costruire il proprio CV scegliendo con lungimiranza gli esami del percorso di studi e l'argomento della tesi. In giro però ci dicono che dobbiamo imparare ad essere flessibili, pronti a cambiare lavoro periodicamente. E allora che senso ha costruirsi una specializzazione fin dagli anni della laurea? Se non si trova nulla di attinente nelle offerte di lavoro (o solo stage al termine dei quale si viene puntualmente scaricati), come fare a "riciclarsi" con un CV che va diritto verso un'unica meta?”  

RISPOSTA:   Possiamo dividere il problema in due parti. 

PRIMA CONSIDERAZIONE – I CRITERI DI SCELTA:  i criteri che utilizziamo per scegliere gli esami “complementari”, quelli per l’appunto dove siamo noi a scegliere tra una pluralità di corsi previsti da corso di laurea che stiamo frequentando. Vediamone alcuni (con degli esempi tratti dalla mia esperienza personale fatta a Giurisprudenza nella mia facoltà)  

·         Gli esami facili, quelli che prepari in quindici giorni, prendi un bel voto e poi ti dimentichi tutto ( “Organizzazione Internazionale”, che come fatto nella mia facoltà si è rivelato noioso e completamente inutile)

·         Gli esami con una  scarsa o nulla utilità pratica ma dove però il Professore da 30 praticamente a tutti (“Diritto Italiano della Pesca Sportiva”)

·         Gli esami su una qualche materia che molto difficilmente ti toccherà poi gestire in ambito professionale (quando ho fatto l’Università ho deciso che Diritto Canonico e Diritto Ecclesiastico rientravano in questa categoria…).

Se hai già un lavoro che ti aspetta finita l’Università (papà è un professionista di successo e appena ti laurei entri nello Studio) magari puoi usare criteri come quelli sopra indicati. Altrimenti  conviene  cercare di selezionare i complementari sulla base della loro potenziale utilità per la futura ricerca per il “post-laurea”  

SECONDA CONSIDERAZIONE:  A mio parere, il suggerimento di essere flessibili riguarda più che altro la scelta del primo lavoro. Come ho scritto in passato di questi tempi il primo lavoro che si riesce ad agguantare non è mail “il lavoro ideale”, a quello ci si arriva, se ci si arriva, più in là, dopo aver cambiato posto e tipologia di lavoro (e aver scoperto nel frattempo che cosa realmente ci piace fare).Questo non vuol dire accettare un lavoro che non ha nessuna attinenza con il nostro percorso universitario, semplicemente non aspettare di entrare nel mondo del lavoro che ci si presenti quello che noi a tavolino abbiamo giudicato essere il nostro "lavoro ideale". 

Poi anche in Università bisogna essere flessibili e, a meno di essere certissimi del percorso professionale che si intende percorrere fuori dall'Università,  conviene non iper specializzarsi (anche perché magari poi dopo esserci laureati corriamo il rischio di scoprire che ci siamo iperspecializzati in qualcosa che nella pratica non ci piace poi così tanto…). Ritengo però che durante l’Università ci si possa rendere conto dei percorsi professionali che, tra quelli disponibili per chi segue il nostro corso di laurea, NON ci piacciono e allora si cerca di “specializzarsi” in quelli che sembrano piacerci.

SULLA TESI DI LAUREA: Visto che comunque bisogna farla cerchiamo di dedicarla a un argomento (i) “spendibile” nel mondo del lavoro e (ii) che ci interessi (e comunque chiedevo sempre spiegazioni quando mi trovavo davanti un candidato che mi spiegava che il suo sogno era sempre stato dedicarsi all’internazionalizzazione delle imprese e che aveva fatto una tesi in Diritto Costituzionale)

COME RIORIENTARE IL CV? Probabilmente con un tirocinio “buono” e/o con un Master di specializzazione dedicato all’ambito professionale dove vuoi lavorare (facendo molta attenzione alla scelta del Master)


© marco bianchi – riproduzione riservata

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