domenica 10 dicembre 2017

COLLOQUIO DI SELEZIONE: ISTRUZIONI PER L'USO

Ti hanno convocato per un colloquio di selezione! Adesso la concorrenza si fa dura perché il selezionatore / la selezionatrice probabilmente hanno convocato non solo te ma anche un ristretto gruppo di altri neolaureati sopravvissuti alla prima scrematura della pila di CV di neolaureati.

Come ci si prepara ad un colloquio di selezione? Ovviamente dobbiamo rileggere criticamente il nostro CV, e se già non ne siamo consapevoli identificarne i punti di debolezza, o quantomeno quelli che il selezionatore / la selezionatrice potrebbero considerare tali. Poi dobbiamo cercare di informarci il più possibile sul nostro potenziale datore di lavoro, tanto più se si tratta di un’azienda privata (in quale settore merceologico opera / su quali mercati / con quali prodotti/servizi / che dimensioni ha (fatturato/dipendenti) / chi sono i principali concorrenti).

E non basta dare un’occhiata all’eventuale sito web del potenziale datore di lavoro.  Fatto vero: il candidato per spiegare come era arrivato alla società per cui lavoravo allora ci aveva spiegato che aveva apprezzato il sito web della nostra società. La (un po’ perfida) collega della Direzione del Personale chiese “Davvero, e che cosa l’ha colpito dl nostro sito Web?”. Nessuna risposta se non il silenzio del candidato. Il colloquio, che già non andava benissimo finì rapidamente …

Dress Code ovvero come mi vesto? Eviterei di mettere il vestito indossato al matrimonio di tua cugina o arrivare con la tuta che hai messo per andare in palestra. Poi molto dipende da chi vai: se dovessi andare in una società medio grande o addirittura in una multinazionale tradizionale io metterei giacca e cravatta. Il colloquio è con una software house o con una start-up di successo? Probabilmente casual e comunque lascerei a casa la cravatta. Ti chiami Sergio e di cognome fai Marchionne? Mettiti pure un maglioncino nero che hai comprato su Internet.

Quanto dura un colloquio di selezione? Impossibile dirlo, probabilmente dipende anche dal tempo a disposizione del selezionatore / della selezionatrice e da quanti potenziali candidati devono ancora intervistare. In generale, e semplificando, ci sono due possibilità: il colloquio è relativamente breve, il selezionatore / la selezionatrice non sembrano particolarmente aggressivi, e quando esci pensi “Boh, pensavo che sarebbe stato più stressante”. La seconda possibilità è l’esatto contrario. Molte domande, alcune anche aggressive o che assomigliano a trappoloni, tanto che esci stressato dal colloquio. Concedendo il dovuto alle generalizzazioni, di solito nel secondo caso ti è andata meglio. Se ti hanno fatto tante domande e ci hanno dedicato del tempo di solito significa che gli sei sembrato un candidato interessante.

Con chi fai il colloquio? Società piccola, media o grande? Studio professionale? Se il potenziale datore di lavoro è una PMI fai il colloquio con il tuo potenziale capo. Altrimenti ti toccano un selezionatore della Direzione del Personale e quello che potrebbe essere il tuo potenziale capo da soli o in coppia.

Quali domande ti fanno? Non è possibile una generalizzazione assoluta perché ogni selezionatore ha il suo metodo, le sue preferenze e le sue idiosincrasie, comunque alcune domande capitano più spesso di altre.

1. Selezionatore esterno / selezionatore della Direzione del Personale (Human Resources)
A meno che la selezione non riguardi un candidato da inserire nella Direzione Personale, ovviamente il selezionatore di solito non ha le competenze tecniche per valutare professionalmente il candidato / per illustrare, se non genericamente, le attività della unità organizzativa dove il candidato dovrebbe essere inserito e quindi si concentrerà (i) sull'approfondimento di quello che hai scritto sul CV, e (ii) sulle tue caratteristiche personali (magari con aggiunta di un pizzico di test  psico-attitudinali),  ovvero:
(i) percorso universitario: perché hai scelto proprio quella facoltà, quanto tempo ci hai messo a laurearti (fuori corso? come mai, ma di solito te lo chiedono solo se sei andato parecchio fuori corso), l'esame con il voto migliore e quello con il voto peggiore, titolo della tesi di laurea (e perché proprio quella tesi?);
(ii) esperienze professionali: dove, quando, per quanto tempo. Se hai fatto il pizzaiolo il selezionatore o la hostess può essere che non ti chieda niente, ma se hai lavorato per un'azienda, e non l'hai già scritto sul CV (non l'hai fatto? errore), ti chiedono tipo di attività, fatturato, numero di dipendenti, compiti che hai svolto, chi era il tuo capo, con chi interagivi (altri dipendenti o clienti, fornitori, agenti ecc.), quattrini.
(iii) esperienze formative: probabilmente il selezionatore del personale si incuriosisce soltanto se riconosce un percorso formativo eccentrico al tuo percorso universitario. Se inizi a parlargli del seminario sulle "nanotecnologie applicate agli strumenti di controllo dei processi di fusione a bassa temperatura" il selezionatore sbarra gli occhi e ti guarda con occhi a palla.

1. Le domande che ti fa il tuo possibile capo
Cerchiamo di vedere quali potrebbero essere le domande della persona che dirige l'Ufficio / il Dipartimento dove inizierà a lavorare il candidato prescelto (quello che potrebbe essere, se sei tu il/la prescelto/a, il tuo "capo").

A differenza del selezionatore della Direzione del Personale, il potenziale "capo" è sì interessato al tuo percorso universitario ma anche a capire chi "si porta in casa", i.e. al tuo carattere ed alla tua personalità.  Quindi:
Si comincia comunque con le solite domande sul tuo percorso universitario: perché hai scelto quella tesi, come mai sei finito fuori corso, magari qual è l'esame che più ti ha appassionato e quello che invece è risultato per te più difficile. Se ci sono delle apparenti contraddizioni nel tuo percorso formativo (tesi in diritto della concorrenza dell'Unione Europea e Master post-laurea in Diritto Penale, che con l'antitrust non ha niente a che vedere) preparati a cercare di spiegarle.

Si prosegue poi con domande del tipo
(i) Come si immagina fra cinque anni / cosa farà da grande: Qualunque sia la vostra aspirazione occhio a non dare una risposta incongrua rispetto alla posizione per cui vi hanno convocati. Diversi anni fa, quando stavo selezionando un neolaureato per l'Ufficio Legale della società per cui lavoravo, un neolaureato mi ha risposto "tra cinque anni? Vorrei fare il Magistrato. (Pensiero incupito "bravo ma allora perché sei qua a farmi perdere tempo? Cos'è, dopo che mi sono sbattuto ad insegnarti il mestiere prendi e vai a fare tutt'altro? Eliminato")
(ii) Perché ha mandato il CV alla nostra società? Evitiamo di dire quella che spesso è la verità, ovvero "ne ho mandati circa 200 e quindi...".
(iii Che cosa le dà fastidio?: Ovviamente il povero selezionatore sta cercando di capire che tipo sei ....
(iv) Mi dica tre suoi difetti e tre sue doti: Normalmente quando facevo questa domanda i neolaureati di fronte a me facevano scena muta, al massimo riuscivano a tirar fuori un difetto (se poi mi spiegavano che erano "un po' permalosi" la cosa mi inquietava assai...)
(iv) E’ una persona creativa?   Altra mia domanda standard. Come mai questa domanda? Molto semplice. Nel mondo del lavoro non è come in Università dove qualcun altro fissa un percorso per te, ti dice cosa leggere ecc. Decodificata la domanda vera è "sei un mero esecutore di direttive altrui oppure fai funzionare il cervello e ci metti, con prudenza ed intelligenza, anche del tuo, un po' di autonomia..."
(v) Inglese: Occhio ragazzi che se nel CV avete scritto che parlate / scrivete l'inglese benissimo, e sempre che la posizione ricercata comporti l 'uso quotidiano dell'Inglese, c'è il rischio che ad un certo punto vi chiedano di continuare il colloquio in Inglese….
(vi) Hobby: Di nuovo il dubbio amletico del selezionatore. Ma chi è veramente la persona che ho davanti …. Che cosa fa nel tempo libero, quali sono i suoi interessi, comunica con gli altri o no e via discorrendo.

Last but not least RICORDATEVI CHE IL COLLOQUIO DI SELEZIONE NON E' UN ESAME: LE DOMANDE DOVETE FARLE ANCHE VOI. Mettetevi di fronte allo specchio e provate ad immaginare che le domande che dovreste fare al selezionatore (e se ritrovate momentaneamente disconnessi andate al paragrafo del mio libro…)   

Quelli sopra indicati sono solo degli esempi. Ne trovi altri (tanto delle possibili domande che fanno a te quanto quelle che tu dovresti far a loro) su "Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” (Cap.5).

© marco bianchi – riproduzione riservata Dicembre 2017

 PUBBLICITA' PROGRESSO


"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi. La nuova edizione del libro può essere acquistata sui principali bookstore in versione cartacea ed e-book. La versione cartacea la trovate sui siti amazon.it, stores.streetlib.com e libreria universitaria.it. L’e-book sui siti di amazon, streetlib, libreria universitaria, la feltrinelli, hoepli, kobo, mondadori, libreriabook.it, e ebooklife.it. Costo? 14,99 la versione cartacea e 10,99 l’epub.

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