lunedì 4 dicembre 2017

LE DOMANDE “INAPPROPRIATE” NEI COLLOQUI DI SELEZIONE “A proposito dei colloqui volevo chiederle come si gestiscono le domande "inappropriate". Le faccio degli esempi. Ad un'amica, durante un colloquio presso uno studio notarile, è stato chiesto "A che ora è nata?", "Ha un fidanzato? Da quanto tempo state insieme? Intende mettere su famiglia?", per arrivare alla chicca: "è religiosa? se non lo è, perché? Queste domande, non solo sono inappropriate, ma mi sembrano anche illecite. Quale è il modo migliore per rispondere?”.

Premetto che ogni selezionatore, non dico sempre, ma spesso, ha le sue idiosincrasie (mi dicono, ma faccio fatica a crederci, che ci sono quelli che prima di scegliere un candidato valutano le scarpe che porta …). Io stesso per anni nei miei colloqui usavo anche un set di domande “inaspettate” (ovviamente non quelle riportate nella domanda a cui stavo rispondendo), ma io le usavo per vedere come sapeva reagire il candidato / la candidata (erano domande uguali per uomini e donne...) e per cercare di capire quanto era spontaneo/a e trasparente nelle sue reazioni, e poi spiegavo a chi avevo di fronte perché facevo ache quelle domande..

Le domande citate non sono solo inappropriate ma anche stupide, tutte. La prima mi fa pensare a quelli che chiedono al candidato / alla candidata di che segno è (niente di male nella domanda, ma se il segno zodiacale è il criterio di scelta, quasi preferisco quelli che si basano sulla qualità delle scarpe del candidato/della candidata).

Non sono un esperto di diritto del lavoro ma credo che le altre, quelle che indagano sulla vita privata della candidata, rappresentino una violazione del Decreto Legislativo 11 Aprile 2006, n.198 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246” in Gazzetta Ufficiale N. 125 del 31 Maggio 2006 che ai sensi dell’art. 27 vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l'accesso al lavoro, ivi inclusa l’adozione di meccanismi di preselezione ovvero a mezzo stampa o con qualsiasi altra forma pubblicitaria che indichi come requisito professionale l'appartenenza all'uno o all'altro sesso. Questo in teoria. Nella pratica credo che sarebbe estremamente difficile provare di fronte ad un giudice che la candidata non è stata assunta in quanto donna, fidanzata e desiderosa di farsi una famiglia, e dunque in violazione della normativa che vieta la discriminazione di genere.

Cosa rispondere dunque al selezionatore che ti fa queste domande? Le alternative credo siano sostanzialmente due:

a)            La cosa giusta da fare sarebbe quella di reagire e spiegare, con garbo, che le domande ti sembrano inappropriate e che certo trovi soltanto normale avere un fidanzato e pensare, prima o poi di farti una famiglia, per poi gentilmente informarti su quali siano i criteri che utilizzano lì per valutare i potenziali collaboratori, precisando che se sono quelli che quelli che immagini probabilmente tra te e lavorare da loro c’è una incompatibilità di fondo.
b)           La seconda alternativa, più perfida ma del tutto adeguata alla stupidità ed alla malafede di chi fa domande simili, l'ho trovata da qualche su Internet ed è quella di dar loro corda e contare delle balle, spiegando che alla tua età e dopo anni di studi vuoi dimostrare quello che vali, e cercare di costruirti un percorso professionale al momento. Il resto? C’è tempo …… (e poi ti fai i fatti tuoi ...).
Personalmente non ho mai fatto domande inappropriate. Le ho però sentite fare in un paio di colloqui a cui partecipava anche un selezionatore della Direzione del Personale, che purtroppo in entrambi i casi, era una donna che non aveva mostrato alcuna esitazione nel fare le “domande inappropriate” ……

Le altre domande per cui trovate le (mie) risposte su “MI SONO LAUREATO! E ADESSO? (N.2. LA RICERCA CONTINUA)”.

DOMANDA: “Che cosa è la RAL?”.
DOMANDA: “Flessibilità v. Specializzazione nel piano di studi universitario”.     
DOMANDA: “Ma devo mettere nel CV i “lavoretti” che ho fatto nel periodo universitario?”     
DOMANDA: “Come comportarsi nel caso in cui un colloquio (che credevi fosse andato bene) abbia poi avuto esito negativo”.
DOMANDA: “Il Dubbio Amletico di Mary”.
DOMANDA: “La crisi, i talenti e le raccomandazioni”.
DOMANDA: “Colloqui di selezione. Come si gestiscono le domande inappropriate”.    
DOMANDA: “Ma l'università prepara al mondo del lavoro?”.    
DOMANDA: “Perché non ci parla delle caratteristiche caratteriali che un selezionatore cerca in un neolaureato?
DOMANDA: “La lettera di presentazione”.
DOMANDA: “I Career Day dell’Università”.
DOMANDA: “Internet, Social Network e la ricerca del lavoro”.
DOMANDA: “le aziende assumono solo per conoscenza diretta?”.
DOMANDA. Ma quando un voto di laurea può dirsi basso?.
DOMANDA. “Ma come si trova il lavoro che “ci piace”, il lavoro che fa per noi?”.
DOMANDA: “la differenza, fatta dalle aziende in fase di selezione di curriculum, può essere giustificata solo dal nome e dalla storia di una università senza verificare l'attuale preparazione dei laureati?”.    
DOMANDA: “E se io mi rifiuto di fare un lavoro che...?”.             
DOMANDA “Conta più l’età o il voto di laurea?".
DOMANDA: “ma è utile fare uno stage curriculare prima della laurea?”.

© marco bianchi – riproduzione riservata Dicembre 2017

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