Premetto che ogni selezionatore, non dico sempre, ma spesso,
ha le sue idiosincrasie (mi dicono, ma faccio fatica a crederci, che ci sono
quelli che prima di scegliere un candidato valutano le scarpe che porta …). Io
stesso per anni nei miei colloqui usavo anche un set di domande “inaspettate”
(ovviamente non quelle riportate nella domanda a cui stavo rispondendo), ma io
le usavo per vedere come sapeva reagire il candidato / la candidata (erano
domande uguali per uomini e donne...) e per cercare di capire quanto era
spontaneo/a e trasparente nelle sue reazioni, e poi spiegavo a chi avevo di
fronte perché facevo ache quelle domande..
Le domande citate non sono solo inappropriate ma anche
stupide, tutte. La prima mi fa pensare a quelli che chiedono al candidato /
alla candidata di che segno è (niente di male nella domanda, ma se il segno
zodiacale è il criterio di scelta, quasi preferisco quelli che si basano sulla
qualità delle scarpe del candidato/della candidata).
Non sono un esperto di diritto del lavoro ma credo che le
altre, quelle che indagano sulla vita privata della candidata, rappresentino
una violazione del Decreto Legislativo 11 Aprile 2006, n.198 “Codice delle pari
opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della legge 28 novembre
2005, n. 246” in Gazzetta Ufficiale N. 125 del 31 Maggio 2006 che ai sensi
dell’art. 27 vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso per
quanto riguarda l'accesso al lavoro, ivi inclusa l’adozione di meccanismi di
preselezione ovvero a mezzo stampa o con qualsiasi altra forma pubblicitaria
che indichi come requisito professionale l'appartenenza all'uno o all'altro
sesso. Questo in teoria. Nella pratica credo che sarebbe estremamente difficile
provare di fronte ad un giudice che la candidata non è stata assunta in quanto
donna, fidanzata e desiderosa di farsi una famiglia, e dunque in violazione
della normativa che vieta la discriminazione di genere.
Cosa rispondere dunque al selezionatore che ti fa queste domande?
Le alternative credo siano sostanzialmente due:
a) La cosa
giusta da fare sarebbe quella di reagire e spiegare, con garbo, che le domande
ti sembrano inappropriate e che certo trovi soltanto normale avere un fidanzato
e pensare, prima o poi di farti una famiglia, per poi gentilmente informarti su
quali siano i criteri che utilizzano lì per valutare i potenziali
collaboratori, precisando che se sono quelli che quelli che immagini
probabilmente tra te e lavorare da loro c’è una incompatibilità di fondo.
b) La seconda
alternativa, più perfida ma del tutto adeguata alla stupidità ed alla malafede
di chi fa domande simili, l'ho trovata da qualche su Internet ed è quella di
dar loro corda e contare delle balle, spiegando che alla tua età e dopo anni di
studi vuoi dimostrare quello che vali, e cercare di costruirti un percorso
professionale al momento. Il resto? C’è tempo …… (e poi ti fai i fatti tuoi
...).
Personalmente non ho mai fatto domande inappropriate. Le ho
però sentite fare in un paio di colloqui a cui partecipava anche un
selezionatore della Direzione del Personale, che purtroppo in entrambi i casi,
era una donna che non aveva mostrato alcuna esitazione nel fare le “domande
inappropriate” ……
Le altre domande per cui trovate le (mie) risposte su “MI
SONO LAUREATO! E ADESSO? (N.2. LA RICERCA CONTINUA)”.
DOMANDA: “Che cosa è la RAL?”.
DOMANDA: “Flessibilità v. Specializzazione nel piano di
studi universitario”.
DOMANDA: “Ma devo mettere nel CV i “lavoretti” che ho fatto
nel periodo universitario?”
DOMANDA: “Come comportarsi nel caso in cui un colloquio (che
credevi fosse andato bene) abbia poi avuto esito negativo”.
DOMANDA: “Il Dubbio Amletico di Mary”.
DOMANDA: “La crisi, i talenti e le raccomandazioni”.
DOMANDA: “Colloqui di selezione. Come si gestiscono le
domande inappropriate”.
DOMANDA: “Ma l'università prepara al mondo del lavoro?”.
DOMANDA: “Perché non ci parla delle caratteristiche
caratteriali che un selezionatore cerca in un neolaureato?
DOMANDA: “La lettera di presentazione”.
DOMANDA: “I Career Day dell’Università”.
DOMANDA: “Internet, Social Network e la ricerca del lavoro”.
DOMANDA: “le aziende assumono solo per conoscenza diretta?”.
DOMANDA. Ma quando un voto di laurea può dirsi basso?.
DOMANDA. “Ma come si trova il lavoro che “ci piace”, il
lavoro che fa per noi?”.
DOMANDA: “la differenza, fatta dalle aziende in fase di
selezione di curriculum, può essere giustificata solo dal nome e dalla storia
di una università senza verificare l'attuale preparazione dei laureati?”.
DOMANDA: “E se io mi rifiuto di fare un lavoro che...?”.
DOMANDA “Conta più l’età o il voto di laurea?".
DOMANDA: “ma è utile fare uno stage curriculare prima della
laurea?”.
© marco bianchi –
riproduzione riservata Dicembre 2017
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