mercoledì 10 gennaio 2018

DOMANDA: LE AZIENDE DICONO CHE I NEOLAUREATI HANNO LE CONOSCENZE MA NON LE COMPETENZE. MA COSA VUOL DIRE?

Da quando ho iniziato a scrivere “Mi sono laureato! E adesso?” e poi ho iniziato questo blog  mi è capitato di leggere un’infinità di indagini, di statistiche, di interviste a Direttori del Personale, a Direttori di Associazioni Imprenditoralo, ho pressochè sempre trovato una costante nelle risposte “I  neolaureati magari hanno un bagaglio enorme di conoscenze ma gli mancano le competenze”. Finalmente dopo un paio di anni uno dei lettori (anonimo, come spesso accade) mi ha posto la domanda ovvia, ovvero “ma cosa vuol dire avere le conoscenze ma non le competenze?” .

In estrema sintesi vuol dire che non frega più di tanto quello che sai ma piuttosto quello che sai fare (o che sembra sapresti fare). D’altra parte è ance comprensibile. In Università ti sbatti per superare un esame, per beccare un bel voto.  Fuori, continui a sbatterti ma lo fai perché qualcuno ti paga. E ti pagano non per QUELLO CHE SAI, perché altrimenti basterebbe farti un ulteriore esame, e poi passarti uno stipendio a vita. Ti pagano quello per QUELLO CHE SAI FARE.  A tal proposito, ma è solo un inciso ricordo ancora un’intervista con un simpatico Rettore apparsa alcui anni fa sul Sole 24 Ore ove il Magnifico nella sostanza diceva “Ma che cosa volete da noi noi diamo ai nostri studenti una preparazione culturale mica dobbiamo insegnarli un mestiere, a quello ci penseranno altri quando escono dall’Università”.E come nò, tutti noi siamo andati in Università per farci una cultura, e non perché pensavano che l’Università fosse un passo che ci consentisse  di entrare nel mondo del lavoro e costruirci il futuro con la nostra compagna o con il nostro compagno. Chiuso l’inciso.

Torniamo alla domanda “ma cosa vuol dire avere le conoscenze ma non le competenze?” Mi aiuto con degli esempi:

1.  Quando mi capitavo di porre un qualche quesito, un problema, ad uno dei miei neolaureati, la ptima capitava che questi sparisse per due settimane per poi arrivare nel mio ufficio con una simpatica e dotta relazione di venti pagine (le conoscenze). Arggh! E allora mi toccava spiegare che  il cliente, che aveva una professionalità diversa dalla nostra e non era in grado di apprezzare la relazione e che anzi avrebbe preferito una risposta di una pagina in tre giorni. La conoscenza è quella cosa che ci consente di scrivere una relazione di venti pagine in due settimane, ma la competenza è quell'altra cosa che, forti di tale consapevolezza, ci permette di fornire a chi ci paga una risposta corretta nei tempi necessari (non a noi ma a chi ci ha fatto la domanda, e quindi direttamente o indirettamente, a chi ci paga lo stipendio.

2. E’ il tuo primo giorno di lavoro. Ti arriva un mail con un problema molto interessante e complesso e ti ci butti a pesce per risolverlo. E’ il secondo giorno di lavoro, la voce del tuo arrivo si è sparsa, e ti arrivano 100 mail con cento problemi diversi. Cosa fai?
·     Rispondi ai singoli mail seguendo l‘ordine di arrivo.
·     Sei concentrato sul primo mail e sul problema molto interessante e complesso. I 100 mail nuovi li guardi poi.
·        Dai un’occhiata ai 100 mail e scegli di rispondere a quelli che ti sembrano più interessanti.

SUGGERIMENTO: A mio parere, il procedimento giusto è questo:
·         Leggo tutti i mail
·        Rispondo identificando le priorità (in termini di importanza non per me e per quello che mi interessa, ma, ahimè, per quello che è importante per gli altri, i clienti,  l’azienda, quelli che alla fine giustificano lo stipendio che ti pagamo) MA
·         A prescindere dalle priorità, anche se stai facendo un lavoro complesso ed importanti, rispondi subito ai mail per cui conosci la risposta e la risposta è semplice e immediata (15-20 minuti di tempo max per rispondere). Tu ti rilassi per 15-20 minuti lasciando per un attimo il lavoro su cui ti stai spaccando la testa e stupisci/fidelizzi il cliente con la rapidità della tua risposta (che per te è semplice ma magari risolve al cliente un problema che per lui era mportante e angosciante). Hai conquistato la fiducia di un cliente, di un collega e hai contribuito a risolvere un  problema.

CONCLUSIONE (ovviamente schematica): Sapere  le risposte è CONOSCENZA, Sapere gestire le priorità sulla base delle esigenze degli altri e non delle nostre, sapere come utilizzare le conoscenze per comunicare e rispondere a clienti e colleghi è COMPETENZA

© marco bianchi – riproduzione riservata 2017

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"Mi sono laureato! E adesso? N.2 La ricerca continua Manuale di sopravvivenza per neolaureati alla ricerca del primo lavoro; Curriculum Vitae, Master, Tirocini e colloqui di selezione” è la seconda edizione, rivista ed aggiornata, di “Mi sono laureato! E adesso?” pubblicata nel 2010 da Vallardi.

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